Entro febbraio sarà terminata la posa dei container di contenimento della Garisenda. Dopodiché, per il gigante mediaticamente un po’ abbandonato (ai 30 all’ora) cominceranno i lavori di messa in sicurezza. Che dureranno, parola di Matteo Lepore, almeno fino a fine anno. Tempi più definiti, all’improvviso, anche per il restauro, che partirà ("servirà un capitolato d’appalto per incaricare la ditta specializzata) non prima del 2025. A spiegare tutto questo è stato proprio il sindaco a Palazzo d’Accursio, all’interno della presentazione dell’accordo quadro sul monitoraggio della torre siglato con l’Alma Mater. Con Lepore c’era infatti il rettore Giovanni Molari, l’accordo prevede anche la partecipazione dell’ex rettore Francesco Ubertini, che curerà sia il monitoraggio, sia la realizzazione del gemello digitale della Torre.
Tornando agli annunci, ieri il Comune ha spiegato che la messa in sicurezza non contempla più l’iniziale ipotesi di incapsulamento della struttura, perchè "troppo invasivo" in funzione del prossimo restauro. L’opera di messa in sicurezza, ha spiegato Lepore, "non deve pregiudicare il restauro. Per questo abbiamo messo da parte l’idea della capsula, perchè impedisce un lavoro agevole". Senza incapsulamento, tra l’altro, "spenderemo anche meno". Tra fine febbraio e inizio marzo sarà dunque presentato il progetto di ‘blindatura’, che al momento è ancora al vaglio dei tecnici e che potrebbe prevedere l’utilizzo di supporti per la Torre. Se ricompariranno le vecchie ipotesi dei tiranti, si vedrà. L’obiettivo, ha spiegato il sindaco, è in ogni caso realizzare un’opera che consenta di "uscire dall’attuale allerta gialla e tornare in zona verde". Questo però non significa in automatico la riapertura al traffico di via San Vitale, vista la presenza dei container di contenimento. A oggi lo stato di salute della Garisenda è comunque stazionario, hanno precisato gli esperti del Comune. "Non si sono riscontrati peggioramenti nel corso dei lavori" di queste settimane per la posa dei container, ha confermato Manuela Faustini Fustini, dirigente del settore Edilizia del Comune. "Abbiamo fatto anche delle prove di carico sui pali e le reti paramassi, con esiti positivi. Questi dati ci hanno rincuorato".
Insomma, un’emergenza che si è gradualmente ammorbidita. Anche i professori del pool d’eccezione (Squeglia, Majowiecki, Podestà) stanno prendendo tempo. Lepore, dal canto suo, ha ribadito che "non c’è un rischio di crollo imminente della Garisenda. La soglia di protezione civile è stabile e resta gialla. Lo stato di salute della Torre è buono e quindi viaggiamo alla velocità di crociera prevista". La filosofia di fondo non è cambiata, l’intervento stavolta deve essere definitivo. "Non dobbiamo trattare la Garisenda come una bambola voodoo, per vedere l’effetto che fa – ha ripetuto il primo cittadino –. Altrimenti non avremmo deciso di fare il gemello digitale della Torre, ma chiameremmo i pompieri per farla smontare, evacuando tutti nel raggio di un chilometro". Definitivo anche il dietrofront sulla prima suggestione di "10 anni" per i lavori. Realisticamente l’orizzonte è la metà, 5-6 anni. "Contiamo di fare il restauro in tempi più brevi dei 10 anni impiegati per la Torre di Pisa. Anche perchè lì hanno discusso per molto tempo e poi di operatività effettiva sono serviti due anni. Sarà un record".