PAOLO ROSATO
Cronaca

Garisenda, rumori preoccupanti e dati contraddittori: come sarà il report

Ecco i documenti che confluiranno nella relazione finale del comitato. Più complete le analisi sui movimenti della Torre in assenza di traffico. La lettera delle Belle Arti al Comune: "La responsabilità è della proprietà"

Bologna, 12 novembre 2023 – L’aumento dei ‘rumori’ legati ai malanni della Garisenda, nel periodo di chiusura del traffico, è indice "di una diminuzione del rumore di fondo" probabilmente dovuta al traffico stesso. Insomma, per sentire meglio la voce della Torre afflitta da quasi un millennio di vita serviva dare una vacanza alla mobilità di Bologna, la considerazione arriva da una puntuale analisi dei segnali arrivati dai sensori della Torre. Prima della chiusura definitiva al traffico, in data 20 ottobre, e dopo la chiusura di via San Vitale, da sabato 21 ottobre a lunedì 23. L’analisi dei segnali ‘AE’ è solo uno dei documenti che andranno a comporre, con ogni probabilità, il report finale del comitato tecnico scientifico sulla Garisenda. Che si riunirà mercoledì, dopo l’aggiornamento di due giorni fa. Gli esperti del comitato pare fossero divisi su quanti studi allegare al report. Queste le carte più importanti.

L’area di transennamento sotto la Torre della Garisenda
L’area di transennamento sotto la Torre della Garisenda

I suoni

Venerdì 20 i rumori dalla Torre sono arrivati solo dai sensori sulla parete Est. Mentre da sabato a lunedì, nei giorni subito dopo la chiusura al traffico di via San Vitale, i sensori hanno rilevato scricchiolii anomali sia dalla parete Est, sia dalla parete Sud. Tenere il traffico in silenzio aiuterà gli esperti a monitorare meglio la situazione, prima del restauro e durante i cantieri.

La lettera

Un altro tipo di documento è quello del 27 di ottobre, che riassume l’evolversi delle pronunce, sia da parte del comitato, sia da parte dei funzionari del ministero, c’è anche il sopralluogo di Vittorio Sgarbi. Dal cedimento del basamento alla crescita dei rilevamenti acustici palesati dalla ditta Soing, il comitato è concorde con tendenza al ‘negativo’, si rileva che la molteplicità dei dati dei monitoraggi messi a confronto lasciano diverse negatività. Il 20 ottobre la Soprintendenza scrive alla proprietà del bene – il Comune – richiamando l’art.30 del Codice dei Beni Culturali, che ricorda alla proprietà gli obblighi conservativi. Il ministero, con la sottosegretaria Lucia Borgonzoni, conferma l’impegno nel reperire preliminarmente cinque milioni di euro per la messa in sicurezza della Garisenda.

Il pendolo e il sisma

Un altro documento dello stesso periodo, sempre di Soing con l’elaborazione dei dati statici, pone l’accento su alcune contraddizioni lanciate dai dolori della Torre. Le famose "anomalie" citate dal sindaco Matteo Lepore, che fanno ipotizzare che un primo intervento per mettere in sicurezza la Garisenda possa essere quello di un’iniezione di malta per rinforzare il basamento. Il documento solca quest’ipotesi, analizza il ‘pendolo’ interno e soprattutto riporta che l’angolo esterno del basamento che ha accumulato maggior quantità "di deformazione in compressione" è quello a Sud-Ovest. Caso strano, visto che l’inclinazione verso cui pende maggiormente la Garisenda è l’angolo Sud-Est, il più compresso secondo le fibre ottiche interne. Qualche contraddizione dai dati, insomma, che preoccupa gli esperti, già a settembre spaventati dal rischio presente di un "collasso". In più, i terremoti del 23 e del 25 ottobre sono stati verificati dal Comune. Il responso è perlopiù noto, nessuna deformazione plastica alla Torre dopo i due eventi sismici, fortunatamente.