ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Il restauro della Garisenda, Bruni: “Va iniettata una malta speciale”

Intervista all’ex dirigente del Comune, che guida il nuovo Comitato: "Avrà una struttura più snella rispetto a quello tecnico. Le polemiche? La Torre non è mai stata abbandonata"

Bologna, 2 novembre 2023 – Tra gli uffici del Comune in piazza Liber Paradisus, da lunedì c’è anche quello di Raffaela Bruni, l’ingegnere ex capo dipartimento lavori pubblici, mobilità e patrimonio del Comune, che guiderà il comitato per il restauro della Garisenda. Sono già partite le prime riunioni per selezionare i prossimi esperti (anche di caratura internazionale) che faranno parte del nuovo comitato che si occuperà della ’grande malata’ che pende più della Torre di Pisa. E oggi ha rubato la scena alla più famosa Asinelli, finendo anche sul New York Times.

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Raffaela Bruni e le due torri, con la Garisenda 'malata'
Raffaela Bruni e le due torri, con la Garisenda 'malata'

Ingegnere, da chi sarà composto questo comitato?

"Abbiamo iniziato le prime riunioni, assieme ai dirigenti del Comune Manuela Faustini Fustini e Cleto Carlini. Verranno selezionati architetti, ingegneri, specialisti ed esperti del restauro, ma ancora è presto per dire chi ne farà parte. È certo, però, che sarà il più efficiente possibile".

Il Comitato tecnico-scientifico ha 14 membri e il sindaco Lepore non ha nascosto le differenze di vedute tra esperti sulle condizioni della Garisenda. Il Comitato per il restauro avrà gli stessi numeri?

"Non lo abbiamo ancora stabilito, ma sarà un gruppo di lavoro operativo, quindi immagino una struttura più snella".

Il Comitato per il restauro prenderà il posto di quello tecnico-scientifico?

"Al momento si devono trattare aspetti diversi. Prima la messa in sicurezza, poi il restauro. Quindi ora procediamo insieme, poi nella fase finale si vedrà se resterà solo il Comitato per il restauro".

Avete già idea di come procedere con il restauro, terminate le tre tappe per salvare la Garisenda?

"Gli interventi di restauro potranno avvenire solo quando verrà costruito il girello (un cilindro metallico, ndr) attorno alla Torre. Una volta protetta la Garisenda, si potrà procedere con le iniezioni di malta".

Se la ’cura’ saranno iniezioni di malta nel fragile basamento della Torre non si poteva partire prima?

"L’intervento era stato individuato già nel 2020 quando ero ancora in Comune. Ma per procedere era necessario individuare la malta giusta che non è quella che si usa per i nostri intonaci. È diverso tempo che i tecnici del Comitato scientifico stanno lavorando con l’istituto centrale del restauro per scegliere il materiale giusto. Giusto nel senso che dev’essere compatibile con i materiali originali della Torre".

Non crede, come dice lo stesso ministro Sangiuliano, che il Comune abbia un po’ temporeggiato prima d’intervenire?

"Individuare che tipo di malta iniettare è un’operazione molto lunga. Se oggi faccio un’iniezione, devo sapere come reagirà la selenite tra tre o sei mesi. Insomma, la situazione è complicata e non si può rischiare di sbagliare per la fretta".

Il Comune ha sottovalutato o no il problema Garisenda?

"Sono un tecnico che ha lavorato in Comune fino al 2020. E anche da quando sono andata in pensione a oggi la mole di lavoro, indagini e interventi è stata enorme. Il nodo è che sono stati monitorati nuovi movimenti della Torre che hanno, di fatto, peggiorato la situazione strutturale. La politica può dire ciò che vuole, ma queste polemiche non fanno bene alla Garisenda. Che, posso assicurare, non è mai stata abbandonata".

La malta giusta per le iniezioni è stata trovata?

"Direi di sì. Poi verrà iniettata nel basamento attraverso buchi piccolissimi, nei punti più ammalorati".

Il problema è la fragilità del basamento in selenite?

"Sì. Ma il problema è nato qualche mese fa, quando è stata riscontrata una ’torsione’ della Torre verso gli Asinelli, mentre prima era verso la Chiesa di San Bartolomeo. Da qui, le necessità d’intervenire".

Fino a un paio di mesi fa, si stava valutando un’altra soluzione: quella dei pali pilota. Non è curioso questo repentino cambio di rotta?

"Tutto normale, alla luce della nuove rilevazioni. Quindi, per ora, sembra che i pali pilota non servano più. Ma in futuro è da vedere".

Quali saranno le difficoltà del restauro?

"Il lavoro di consolidamento dovrà tener conto dei materiali della Torre, evitando trasformazioni architettoniche. Poi c’è il tema del basamento di selenite che, al suo interno, ha una specie di ’sacco’ composto di ciottoli, quadrangolari e tondi, sabbia, ghiaia. Tutti elementi che influenzano pesantemente la stabilità della Garisenda perché questo materiale è, diciamo così, in movimento...".

La famosa relazione del Comitato tecnico scientifico richiesta più volte da Lepore è arrivata?

"No. Ma quando arriverà potrà fugare molti dubbi".

Veniamo ai fondi per il restauro. Quanti ne serviranno?

"Non saprei. Ma 5 milioni di euro non credo basteranno. Credo, poi, che vada affiancata una raccolta fondi che, sicuramente, darà un aiuto importante".