Per salvare e restaurare la grande malata ci vorranno "almeno dieci anni" e "oltre 20 milioni di euro". La previsione è del sindaco Matteo Lepore che annuncia la fase uno del salvataggio della Garisenda al via oggi. All’alba, alle 6.30, arriveranno i primi mezzi per posare i container e tutti gli elementi che comporranno la famosa ’cintura’ di protezione della Torre. Cintura capace di contenere i detriti di eventuali crolli che verrà incrementata lunedì con ulteriori container. Ma se nel primo step della messa in sicurezza sono coinvolte le imprese Modena Ingegneria e Fagioli, già si pensa alla fase due con tre super esperti, coordinati dall’ingegner Raffaela Bruni che guida il comitato del restauro. Il gruppo è composto dall’ex rettore Francesco Ubertini, professore ordinario di Scienza delle costruzioni alla scuola di ingegneria dell’Alma Mater; Massimo Majowiecki, professore d’ingegneria strutturale dell’Università di Bologna che, tra i tanti progetti, si è occupato degli stadi Delle Alpi di Torino e della copertura dell’Olimpico di Roma; Nunziante Squeglia, del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Pisa che ha anche partecipato al progetto di salvaguardia e stabilizzazione della Torre di Pisa.
Il montaggio della cintura di protezione sarà realizzato grazie a moduli metallici, zavorrati e ancorati al terreno e collegati tra loro, insieme a reti metalliche paramassi studiate appositamente con sistemi di pretensionamento e ancoraggio al suolo. Da febbraio, invece, partirà la seconda fase della messa in sicurezza, ma i tre esperti cominceranno a lavorare "da subito per i sopralluoghi – riferisce Bruni– e per capire come ’stabilizzare’ la Torre con un occhio al restauro che verrà". Nelle scorse settimane si era parlato di un cilindro di contenimento, ma "bisogna comunque che questa struttura non impedisca il restauro", spiega Lepore. Di certo si sa il cantiere del restauro durerà "anni e non mesi" e i membri del comitato verranno nominati tra un bel po’ di tempo. Il riferimento temporale è ai dieci anni che ci sono voluti per la torre di Pisa: "Faremo di tutto per accelerare, ma è difficile pensare di metterci meno".
Anche perché – come dice Bruni – messa in sicurezza e restauro vanno fatti bene, visto che "non c’è un piano B...". Frase questa che Lepore quasi corregge: "Diciamo solo che serve un intervento risolutivo".
Il vero nodo, comunque, restano i costi. Palazzo d’Accursio ha stanziato 4,7 milioni di euro e a dicembre arriveranno i fondi del Pnrr: "Si tratta di 5 milioni, ma metà a rimborso, quindi il Comune dovrà anticiparli...", fa sapere il sindaco con una certa preoccupazione. Facendo un conto complessivo – tra messa in sicurezza e restauro – per la ’nuova’ Garisenda ci vorranno "almeno 20 milioni di euro".