"Abbiamo bisogno di salvare la torre e una parte di città". È deflagrato a Bologna il problema della Garisenda, la torre più bassa della coppia di pendenti per antonomasia. E mentre la sorella Asinelli, che non ha nulla di nulla, resterà chiusa alle scalate dei turisti per precauzione (per diversi mesi), la Garisenda che sta vedendo sbriciolarsi il suo basamento causerà la chiusura del sottostante transito veicolare "per diversi anni". L’interdizione sine die dell’accesso al centro storico dalla principale via San Vitale, con contestuale transennamento confermato in piazza di Porta Ravegnana, è stata annunciata ieri da Palazzo d’Accursio. A parlare di una "occasione" per cambiare le abitudini dei cittadini è stato il sindaco Matteo Lepore.
"Vedremo se la torre poggerà sulla struttura che la conterrà – ha detto il sindaco riferendosi alla grande impalcatura che sarà montata nei prossimi mesi per proteggere il restauro della torre malata –. Non so se penderà ancora alla fine del restauro, il problema come noto sta nella fondamenta e non c’entra niente il passaggio dei bus. Come intervenire ce lo diranno i progettisti e il comitato tecnico-scientifico dal quale attendiamo un’analisi più approfondita. Mi prendo la responsabilità di quello che andremo a fare". Poi ancora. "La messa in sicurezza sarà ingombrante, avremo un confronto quotidiano con la protezione civile". Nessuna evacuazione, "si interviene sulla Garisenda non perché pensiamo possa crollare, ma perché vogliamo metterla in sicurezza definitivamente".
L’emergenza è diventata quindi un’occasione per rilanciare un centro pedonale. Con che perimetro, oltre all’area chiusa per il rischio di crolli dalla Garisenda, si vedrà. Piacerà ai cittadini? Come con la città ai 30 all’ora, la giunta Lepore si prende un bel rischio politico. "Non siamo di fronte a un dibattito sulla pedonalizzazione o meno – ha aggiunto il sindaco –: bisogna farlo. E chiudere via San Vitale non è come bere un bicchiere d’acqua". Tutta la mobilità cittadina, in questo mese, verrà ripensata per sempre. "Tutti ci stanno sfidando a fare la pedonalizzazione sotto le torri, io sono pronto. Ma il vero cambiamento sarà nelle abitudini dei cittadini. I bolognesi – ha continuato – sono abituati da decenni a prendere il bus e scendere in piazza Maggiore, ma per chi verrà da via San Vitale questo non sarà più possibile, come nei weekend con la zona pedonale nelle vie Rizzoli e Ugo Bassi. Noi non ci prendiamo i 40 anni che ci hanno messo i nostri predecessori dopo il referendum del 1984: ci metteremo un mese per una proposta definitiva. I soldi? Li troveremo".
Sulle barricate le opposizioni a Palazzo d’Accursio, con tutto il centrodestra che ha parlato di un impatto "devastante" sulla città da parte del pacchettone di stravolgimenti al traffico. La bolognese Lucia Borgonzoni invece, sottosegretaria alla Cultura, ha confermato il "massimo impegno del ministero" per salvare il monumento, assieme a 5 milioni di euro bloccati da lei che arriveranno da un bando del Pnrr.