Bologna, 13 novembre 2024 – Un anno fa, l’allarme Garisenda era massimo: pareva che potesse venire giù da un momento all’altro. Oggi, dopo enormi sforzi sia a Roma sia a Bologna, la situazione sembra sotto controllo, anche se la trafila della messa in sicurezza con i tralicci ‘pisani’ non è ancora conclusa: sono oltre una ventina infatti, e dettagliate, le prescrizioni presentate nei giorni scorsi dalla Sovrintendenza al Comune, nell’ambito dell’esame del progetto di fattibilità tecnico-economica.
Un’altra chicane autorizzativa, che però non vuol dire un diniego, perche il ‘PFTE’ è stato oggetto di un’istruttoria di massima "complessivamente favorevole". La sovrintendente Francesca Tomba ha quindi trasmesso tutto alla Sovrintendenza speciale per i progetti del Pnrr, visto che il tutto deve tenersi – anche – con i 5 milioni di euro assicurati velocemente dal ministero della Cultura. L’ulteriore è arrivato con l’obbligo di rispettare le prescrizioni, ora il Comune deve "comunicare per iscritto alla medesima Soprintendenza la data di inizio dei lavori e il nominativo dell’impresa esecutrice". Si aprono quindi le porte al progetto esecutivo . Difficile dare dei tempi al cantiere, come disse al Carlino la responsabile Raffaela Bruni a luglio, di sicuro c’è solo che entro due anni, quindi entro l’estate del 2026, i tralicci che arrivano da Pisa, i relativi piedistalli e lo ‘scudo’ che permetterà alla torre di muoversi in maniera naturale durante la messa in sicurezza, dovranno essere collaudati.
Venendo ai dettagli del documento, il focus delle Belle Arti sono soprattutto riguardo agli interventi al basamento della torre, quello che si sta ‘schiacciando’. I tecnici vogliono di più dalla documentazione. "Per ognuno degli interventi proposti, si chiede infatti in fase esecutiva una disamina più approfondita, dettagliata e puntuale delle ragioni specifiche per cui si propone ogni singolo intervento – si legge –, lo stato di fatto in cui si inserisce, dell’obiettivo specifico atteso, le fasi e i materiali di lavorazione. E si dovrà spiegare e attestare in qualità di progettisti che si è analizzato che quanto si propone non andrà a innescare fenomeni di danno e degrado al bene in futuro". Né, si specifica, "a livello locale, né di innesco di forze in gioco per le varie parti della torre. Tutto questo andrà sviluppato in parallelo, in modo maggiormente dettagliato". A preoccupare le Belle Arti, oltre alle iniezioni nel basamento, è anche l’effetto dei tiranti sulla torre, " vengono ‘tirati’ due paramenti di selenite non in condizioni di conservazione ottimali, si chiede di attestare l’obiettivo e l’efficacia".
La sottosegretaria Lucia Borgonzoni: "Servono più garanzie sul tipo di tiranti e sugli interventi al basamento – spiega l’esponente della Lega –. L’atteggiamento del Comune di Bologna è sempre lo stesso e resta ‘da Re’, non dei migliori: arriva all’ultimo momento pensando che tutto debba essere autorizzato. Al contrario, con i cittadini la faccia della severità è ben diversa. Ora, lo ripeto, si faccia in fretta, basta con lentezza e lassismo".