ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Garisenda, il Comune chiede altri test. Borgonzoni: "Fondi Pnrr a rischio. Manca ancora il progetto esecutivo"

La sottosegretaria: "Troppa inerzia". E annuncia: "A giugno via ai monitoraggi dell’Agenzia spaziale europea"

La sottosegretaria: "Troppa inerzia". E annuncia: "A giugno via ai monitoraggi dell’Agenzia spaziale europea"

La sottosegretaria: "Troppa inerzia". E annuncia: "A giugno via ai monitoraggi dell’Agenzia spaziale europea"

Servono nuovi monitoraggi sulla Garisenda. E, da qui, il rischio è che i tempi per la messa in sicurezza si allunghino. La sottosegretaria leghista alla Cultura Lucia Borgonzoni ammette di essere "molto preoccupata perché andando avanti così si può sforare con i tempi rispetto al cronoprogramma legato al Pnrr e si possono perdere i 5 milioni di euro di fondi".

L’alert da Roma arriva dopo che l’ingegner Raffaela Bruni, alla guida del Comitato del restauro e della messa in sicurezza della Garisenda malata, ha fatto sapere che i tralicci usati per la Torre di Pisa avranno necessità di essere sottoposti a "test di tiraggio", così da monitorare i comportamenti del monumento simbolo della città in due fasi. Un’operazione che prevede ulteriori controlli sulla Torre malata e che Bruni e la responsabile del Settore edilizia pubblica del Comune, Manuela Faustini Fustini, hanno comunicato alla Soprintendenza. Nel dettaglio, specificano la necessità di un’implementazione dei monitoraggi strutturali e geotecnici su Garisenda e Asinelli, con perforazioni continue che interessano la zone pavimentate con basoli che verranno rimossi e poi riposizionati a fine lavori.

Sottosegretaria, che cosa ne pensa di questi altri test e indagini?

"Intanto dico al Comune che dovrebbe farsi vivo con l’unità di missione del ministero che monitora il cronoprogramma del cantiere legato ai fondi Pnrr. Ma nessuno ci ha contattato. E nessuno ha chiesto fondi o anticipi economici, possibili fino al 10 per cento dell’intervento, per mettere in sicurezza la Garisenda".

Come spiega questo silenzio? "Intanto mi preoccupa. Non ci è ancora stato presentato il progetto esecutivo per salvaguardare la Torre malata e, intanto, chiedono altri interventi, altri sondaggi, altri controlli. Da quello che so pure i famosi tralicci di Pisa sono ancora là a Cesena. Ma, intanto, il tempo stringe... Non manca tanto a giugno 2026 quando scadono i tempi per terminare il cantiere".

Si aspettava maggiore velocità da parte dell’amministrazione? "Beh stupisce che il 2 ottobre 2023 la Soprintendenza mi invia un alert sulla Garisenda, contatto subito Lepore e il ministero, con tutte le difficoltà del caso, il 20 novembre ottiene 5 milioni di euro legati al Pnrr. In un mese e mezzo ci siamo attivati, mentre il Comune in un anno e mezzo non ha fatto praticamente nulla e con questa nuova richiesta di ulteriori controlli sembra voglia solo prendere tempo".

La giunta ha aggiornato il piano di evacuazione e protezione civile per la Garisenda e sta mettendo in sesto i tralicci. È comunque in ritardo? "Stando al programma di spesa per la prima fase di attività sulla Torre, il Comune avrebbe dovuto avere bisogno di fondi nel 2023 e nel 2024 per oltre 3 milioni di euro. Avrebbe almeno potuto chiedere l’acconto, ma non l’ha fatto. E, quindi, non abbiamo ancora erogato nulla. Ribadisco, il progetto esecutivo che avrebbe dovuto mandare a Roma per dettagliare le varie fasi aggiornate del cantiere non è ancora arrivato".

Teme, quindi, per i 5 milioni del Pnrr? "Il rischio, visto l’inerzia che vedo, c’è. E trovo incomprensibile e preoccupante tale lentezza".

Nel frattempo il cantiere preoccupa anche i commercianti della zona più esposti a furti e spaccate e con minori introiti... "Li capisco, a parte gli annunci roboanti sui tiranti, non si è fatto granché. L’incapacità del Comune è sotto gli occhi di tutti".

Il ministero, nell’attesa di capire se i ritardi del cantiere verranno confermati, che cosa può fare? "Intanto abbiamo portato a casa un altro progetto importante. A giugno partirà la sperimentazione dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, per monitorare la Torre via satellite. L’Esa era già pronta a fare questa operazione in varie parti d’Italia, io ho insistito perché facesse rientrare anche la nostra Garisenda".