Bologna, 18 novembre 2023 – “Porteremo in città , per mettere in sicurezza la Garisenda, dei grandi moduli di acciaio. Per usare una similitudine, saranno come degli enormi mattoncini Lego. Che verranno montati e poi smontati per cambiare la forma del recinto, a seconda delle esigenze del Comune".
Ci siamo: per la Garisenda ammalata, dopo fiumi di inchiostro su quanto sia precaria la sua posizione – quasi – eretta, devono partire i cantieri. In attesa del restauro servirà una prima cintura che protegga l’area dal rischio di crolli, e qui entra in campo come noto la Fagioli, azienda leader nel mondo per queste operazioni che risolvono problemi. Per la prima volta Fabrizio Ferrari, direttore Emea della Fagioli Spa, entra quindi nei dettagli del primo maxi intervento, che verrà poi seguito da un tubo (forse) che proteggerà il restauro. "Quella che cominceremo a installare dai primi di dicembre – spiega Ferrari – sarà una struttura molto solida".
Fatta di quale materiale?
"Sarà fatta d’acciaio, con delle zavorre di cemento per creare una sorta di muro contenitivo. Sarà come creare una barriera attorno al cantiere. Non c’è un pericolo imminente di crolli, ma dobbiamo mettere tutto in sicurezza, la ‘muraglia’ dovrà contenere le eventuali macerie e proteggere gli edifici circostanti".
Il sindaco Matteo Lepore due giorni fa se l’era lasciato scappare: ‘La struttura potrà cambiare forma’. Cosa vuol dire?
"Sarà una struttura modulare. Il che vuol dire che poseremo elementi d’acciaio di due misure, che andranno ancorati, montati come grandi mattoni Lego. Sono oggetti già realizzati, portati da noi, uno connesso all’altro. Nulla verrà creato sul posto".
Quindi, ricapitoliamo: i pezzi verranno montati secondo un progetto. C’è un perimetro?
"Lo stiamo mettendo giù. Grosso modo inizialmente dovrebbe essere quello del transennamento attuale, dovremo lasciare un passaggio pedonale. Di sicuro non ci sarà anche la Torre degli Asinelli dentro l’area recintata, non è previsto. La posizione di questo sistema la stiamo concertando con il Comune, dovranno essere garantiti gli accessi agli autorizzati e l’accesso al cantiere stesso".
Quanto sarà alta la barriera e quando cambierà forma?
"Sarà alta 4 o 5 metri e sì, sarà un’area viva, la forma di questo mega recinto potrà variare, dieci metri avanti o dieci metri più indietro a seconda delle esigenze. Parliamo di strutture modulari temporanee, che si montino in tempi rapidi, elementi che verranno montati e all’occorrenza sganciati e rimontati a seconda delle esigenze di viabilità del Comune".
La tempistica esatta per averla tutta completa?
"Non possiamo dirlo con esattezza, siamo in fase di concertazione con il Comune. Si sta facendo un piano logistico per poter dare meno fastidio possibile alla cittadinanza, per poter accedere all’area di mano in mano. Non è semplice: ci sono le vie aeree, c’è la conformazione del centro storico di Bologna. Il Comune ha già avviato le attività complementari all’installazione del sistema di cintura. Si dovrà avere anche la sensibilità per adattarsi a varie situazioni".
Per portare questi moduli in centro sapete già cosa fare?
"Utilizzeremo un laser scan che ci permetterà di realizzare un rendering di tutti gli edifici intorno. E’ necessario nel caso di questi trasporti eccezionali, quando bisogna passare in strade così strette. Il sistema computerizzato realizzerà un’immagine tridimensionale delle aree coinvolte, così capiremo come passare. Una cosa simile, diversi anni fa, la facemmo trasportando un sottomarino dal mare Adriatico a Milano".
Sono situazioni simili quelle che avete affrontato con la Costa Concordia e con il rifacimento del Morandi?
"Sul Morandi abbiamo portato a termine il nostro compito in 18 mesi, un tempo record. C’è un parallelismo con la Garisenda sul concetto tecnico, anche lì abbiamo utilizzato attrezzature modulari per lo smontaggio del Morandi e il montaggio del nuovo ponte San Giorgio".
Avete pensato a un colore per la struttura d’acciaio?
"Non sappiamo ancora. Forse il Comune monterà sopra dei pannelli, ma non sappiamo il colore. Nel Nord Europa per esempio, dove ci capita di lavorare, scelgono colori accesi perché si capisca che c’è un cantiere"
Infine la seconda struttura, il celebre ‘tubo’ che proteggerà il restauro. Ci sono novità?
"Non sappiamo ancora con certezza che forma avrà, dipenderà da quali indicazioni darà il comitato per il restauro. Se la Torre sarà da smontare e ricostruire o invece ci sarà una decisione differente, da lì capiremo come intervenire. Adesso il nostro focus è sulla prima struttura, per la sicurezza di tutti".