REDAZIONE BOLOGNA

Futuro nero per la Grimac. A rischio venti lavoratori

Quadro complicato per la storica impresa che produce macchine da caffé. I sindacati: "Da mesi chiediamo un piano di rilancio, ma non abbiamo risposte".

L’azienda Grimac, storica impresa che produce macchine da caffé

L’azienda Grimac, storica impresa che produce macchine da caffé

Quadro fosco con un futuro fortemente compromesso per la Grimac srl, storica impresa del territorio bolognese con sede a Zola Predosa, che dal 1966 opera nel settore della produzione di macchine da caffè e attualmente controllata all’80 per cento da Solido Group. Già protagonista di vicissitudini che nel 2009 portarono al cambio di proprietà e negli ultimi mesi un drastico calo dell’occupazione che a settembre scorso era pari a 20 dipendenti, mentre oggi occupa 7 lavoratori. Situazione emersa l’altra mattina al Tavolo di salvaguardia riunito alla Città metropolitana di Bologna per la terza volta, dopo le sedute del 3 e del 28 ottobre scorso. Incontro presieduto dal Capo di gabinetto della Città metropolitana di Bologna Sergio Lo Giudice che ha visto la partecipazione di Regione, dell’Agenzia regionale per il lavoro, dal sindaco e dal vicesindaco di Zola (Davide Dall’Omo e Lorenzo Cocchi), dal rappresentante dell’azienda assistito dai suoi consulenti e dalle organizzazioni sindacali di categoria.

"Nel corso dei precedenti incontri è stata evidenziata da parte dell’azienda una situazione di grave crisi, a causa della riduzione delle commesse e della forte competizione sui prezzi da parte dei competitors. Inoltre, non è mai stato presentato il Piano Industriale richiesto dal tavolo -si legge nella nota ufficiale divulgata al termine dell’incontro-. Grimac non si è mai adoperata per quanto concerne l’attivazione di ammortizzatori sociali. Agli incontri la società è sempre stata rappresentata dal responsabile finanziario, nonostante istituzioni e sindacati, abbiano più volte richiesto la presenza della proprietà ai tavoli di confronto". Ma dopo una discussione sulla situazione attuale la presidenza non ha potuto che prendere "atto della situazione di crisi conclamata e alla mancata volontà da parte dell’azienda di attivare possibili ammortizzatori sociali conservativi".

Vista la situazione il sindacato chiede l’immediata attivazione degli ammortizzatori sociali.

"E’ da maggio che come organizzazioni sindacali abbiamo richiesto un piano di rilancio che salvaguardasse la continuità produttiva dello stabilimento di Zola -sostengono Fiom-Cgil e Uilm-Uil- ma da parte della proprietà (il Solido Group srl a capo del quale c’è l’imprenditore Roberto Marchetti) non è arrivata alcuna risposta e da settembre in modo assolutamente inqualificabile essa si è completamente disinteressata dell’azienda e dei lavoratori" osservano i sindacati mentre al Tavolo le istituzioni hanno stigmatizzato l’assenza della proprietà.

g.m.