Bologna, 14 settembre 2023 - Cinque persone sono state arrestate dalla polizia – per una invece è scattato il divieto di dimora – con l'accusa di aver aver messo a segno furti o tentati furti, tra la città e la provincia, per rubare catalizzatori dalle marmitte dalle auto (video). Indagati poi dalla Procura dei Minorenni sei adolescenti ritenuti complici dei furti.
In totale, i colpi o i tentati colpi (45 secondi l’uno) sono stati numerosissimi, ne hanno individuato una trentina in sei mesi (fine 2021 e inizio 2022) e oltre a Bologna e provincia sono stati anche nell’Imolese e uno a Poggio Renatico. Secondo le indagini degli investigatori, la banda una volta messo a segno il furto rivendeva subito i catalizzatori, ma se non ci riusciva provvedeva all'estrazione di materiale prezioso, tutti metalli rari: dal platino, al palladio, al rodio per la successiva immissione sul mercato illegale.
Il valore dei catalizzatori, a seconda del modello di auto, poteva oscillare dalle 100 euro alle 1.500 euro.
"Lavorando e partendo dai classici intestatori fittizi di autovetture, fenomeno diffuso anche a livello nazionale – spiega Roberto Pititto, capo della squadra mobile – siamo giunti a un gruppo di cinque soggetti a Bologna e in provincia protagonisti di furti a bordo di autovetture. Asportavano cioè le classiche marmitte catalitiche. Questo è un fenomeno particolarmente frequente, perché attraverso il catalizzatore è possibile estrarre materiale prezioso, come platino, palladio e rodio che vengono poi messi sui mercati illegali e hanno poi un valore economico particolarmente remunerativo”.
Chi sono gli arrestati
Si tratta di un commerciante d'auto 35enne e quattro componenti della banda che hanno tra i 20 e i 27 anni, c’è poi un 26enne che ha partecipato solo ad alcuni dei furti, quindi per lui è stato disposto il divieto di dimora.
Al commerciante d'auto viene contestato il reato di falso ideologico, mentre per gli altri, tutte persone provenienti da campi nomadi, le accuse sono furto e tentato furto.
Le misure cautelari nei confronti dei sei, tutti pregiudicati, sono scattate, spiega il capo della Mobile Roberto Pititto, a seguito di un'indagine che si è svolta nell'arco di 5-6 mesi tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022, e nell'ambito della quale "è emersa la partecipazione ai furti anche da parte di sei minorenni, la cui posizione è ora al vaglio della Procura dei minori".
Al 35enne, sottolinea il capo della Mobile, viene contestato il falso ideologico "perché sapeva che le intestazioni erano fittizie" e che le auto erano, in realtà, utilizzate dalla banda. Complessivamente, agli indagati "sono state fornite otto auto", in quanto i mezzi venivano spesso sostituiti per cercare di non attirare l'attenzione della Polizia.