Il sistema architettato per rubare agli sportelli bancomat era ingegnoso: veniva applicato del nastro biadesivo all’interno dell’erogatore delle banconote e con dell’Attack si bloccava poi la bocchetta, perché non si aprisse. In questo modo quando un utente si recava a prelevare non riusciva a prendere il suo denaro: parte della cifra tornava indietro, ma alcune delle banconote rimanevano attaccate al biadesivo. E potevano quindi essere poi sottratte dall’industrioso ladro.
Il metodo è stato usato almeno una trentina di volte, in quest’ultimo periodo, presso sportelli bancomat della Bper, dislocati non solo su Bologna, ma anche a Reggio Emilia, Parma, Mantova e Modena: per questo la Bper aveva sporto denuncia alla Squadra mobile, che stava indagando sugli episodi. Qualche giorno fa gli agenti della IV sezione si trovavano proprio nella sede centrale dell’istituto di credito in via Stalingrado quando è arrivato l’ultimo allert, da una filiale di Sasso Marconi: i poliziotti si sono subito attivati e hanno allertato un collega libero dal servizio che si trovava proprio nella cittadina sul Reno. L’agente, con la collaborazione dei carabinieri del posto, è riuscito a individuare l’autore di quest’ultimo colpo praticamente in flagranza.
Il ragazzo, un romeno di trent’anni, aveva con sé 80 euro in banconote da 20: stando a quanto ricostruito dall’analisi dei video della sorveglianza, le banconote erano relative a due tentativi di prelievo di altrettanti utenti dell’istituto di credito per 300 e 1000 euro. Il modus operandi, sempre lo stesso: il giovane, atteso che i clienti si allontanassero dopo l’operazione di prelievo andata male, si avvicinava, apriva lo sportello e prelevava le banconote rimaste attaccate al nastro adesivo. Il poliziotto ha visto il trentenne mentre si stava allontanando dalla banca: quando ha capito di essere stato beccato, pur di non essere fermato, ha messo in atto una strenua resistenza, aggredendo gli operatori, senza riuscire però a ferirli. Fermato, il giovane è stato trovato in possesso di un coltello, alcuni cacciavite, nastro biadesivo e colla. Nella sua auto sono stati ritrovati alcuni indumenti. Tutto è stato posto sotto sequestro. Adesso la polizia sta cercando di ricostruire, attraverso l’analisi dei video degli impianti di sorveglianza presi di mira in questi mesi, se ci sia lo stesso trentenne, fino al momento dell’arresto incensurato, anche dietro agli altri colpi avvenuti. Per quanto riguarda l’episodio di Sasso, il giovane è stato arrestato per furto aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Entrambi gli utenti che avevano tentato di effettuare i prelievi hanno sporto denuncia e così l’istituto di credito.
n. t.