Castenaso (Bologna), 29 ottobre 2024 - Sono arrivati in centinaia, questa mattina, alle porte di Bologna, alla Chiesa della Madonna del Buon Consiglio di Castenaso, per dare l’ultimo saluto al 34enne Fabio Tosi. Il giovane, insieme al collega Lorenzo Cubello, era in forze all’officina della Toyota Material Handling di via Persicetana Vecchia, a Borgo Panigale, quando c’è stata l’esplosione per loro fatale.
E mentre le indagini e la magistratura stanno procedendo senza sosta per appurare le cause di quanto è successo, oggi è il momento del dolore e della commozione per i parenti, gli amici e i colleghi di Fabio. “Come si può continuare a fare la propria vita sapendo che un tuo collega, uno dei ragazzi più buoni e diligenti, non c’è più perché è morto sul posto di lavoro? - dicono con voce rotta alcuni colleghi fuori dalla chiesa -. Come possiamo spiegarci perché noi siamo qui a poter godere ancora della vita e lui no? Non la chiamino fatalità: deve essere chiarito quello che è successo perché non si può accettare di morire mentre si fa il proprio lavoro”.
Il collega ferito: “Sono un miracolato”
A parlare, seduto su una sedia, con un braccio rotto e importanti fasciature al capo, è Gaetano (video), il collega di Fabio da poco uscito dal ricovero in ospedale: “Sono vivo per miracolo. Ero proprio lì dove c’è stato l’incidente. Una telefonata della mia capa, pochi minuti prima dell’esplosione, mi ha salvato la vita e mi ha permesso di essere qui. Ho voluto esserci oggi per salutare il mio collega, ma prima di tutto il mio amico. Lo ripeto: sono un miracolato”. Presenti ad accogliere la bara bianca di Fabio anche il sindaco di Castenaso, Carlo Gubellini, il sindaco di Bologna Matteo Lepore e l’assessore regionale al Lavoro, Vincenzo Colla.
Il ricordo della fidanzata Benedetta
Lungo e straziante il ricordo della compagna Benedetta che dopo aver ricordato le tante passioni di Fabio, i loro dolci momenti di vita quotidiana e la loro meravigliosa ‘mania’ per il cinema, ha concluso: “Mi voglio scusare con te per tutte le volte che non ti ho capito. Ti voglio ringraziare infinitamente per la luce che hai trovato in me, per i denti stretti, per i difetti, per le botte d’allegria e per la nostra fantasia. Fabio non voleva stare al centro dell’attenzione mai e mi chiedo se tutto questo che abbiamo organizzato oggi per lui sia giusto o se avrebbe preferito qualcosa di più discreto. Ma per l’ultimo suo viaggio vorrei che lui, così timido e posato, fosse davanti a tutti voi. Lui così poco avvezzo a sentirsi importante vorrei che oggi venisse salutato e ricordato come merita. Ora è il momento del dolore di tutti noi e della rabbia per la tragedia che ce lo ha portato via. Ci sarà il momento della giustizia”.