"Chi non ha trovato una sistemazione per la notte, ha atteso al freddo in strada, senza nessun servizio di assistenza". Ludovica Naldi, dottoranda in Ingegneria gestionale di 27 anni, la notte tra lunedì e martedì l’ha passata in albergo: una tripla di fortuna, trovata all’ultimo momento, condivisa con il fidanzato e un vicino, dopo che, assieme a un’altra quarantina di persone, erano stati evacuati d’urgenza da tre palazzi di via Calatafimi, a Borgo Panigale, a causa di una fuga di gas. "Quella sera avevo deciso di rimanere a dormire dal mio ragazzo – racconta Ludovica –. Siamo rientrati intorno alle 19 e già si sentiva un po’ di puzza di gas. All’inizio non ci abbiamo fatto troppo caso. Abbiamo cenato e da fuori sentivamo il rumore di operai al lavoro, malgrado fosse già tardi. Intorno alle 23,30 ci siamo messi a letto e, mezz’ora dopo circa, ci hanno svegliato i vigili del fuoco, dicendo che dovevamo uscire subito".
Ludovica, il fidanzato e gli altri si sono ritrovati, così, in strada. I più fortunati con scarpe e giaccone, altri con le giacche sopra al pigiama e in ciabatte.
"C’erano anche diverse persone anziane – continua la studentessa –. Mentre eravamo in strada è arrivata la polizia locale, che ci ha avvertito che i lavori si sarebbero potuti protrarre anche per tutta la notte, chiedendoci nome e numero di telefono e informandoci che si stava attivando il servizio di pronto intervento, per trovare delle stanze in albergo". Un’opportunità che però, alla fine, non risulta disponibile per gli ‘sfollati’: "Dopo un’ora e mezza di attesa (era circa l’1,40) – prosegue la studentessa – ci è stato riferito che i servizi sociali ‘invitavano chi ha la disponibilità economica a trovare in autonomia un alloggio per la notte’, e che non saremmo stati aiutati. Ora, io nella sfortuna avevo comunque una macchina, un bancomat e un cellulare per trovare una camera nell’hotel più vicino da dividere con il mio ragazzo e un altro vicino (al costo di 136 euro per una tripla), ma di tutte le persone raccolte per strada al freddo la maggior parte, almeno una ventina, erano anziani, un po’ persi, senza macchina e modo di prenotare un hotel. Dopo questo annuncio chi poteva si è arrangiato, molti hanno rifiutato di spostarsi per principio o per impossibilità".
Il guasto viene risolto dai tecnici di Hera intorno alle 3,40, con il via libera ai residenti a tornare alle loro case. "Da quello che ci hanno detto i vicini – dice ancora la ragazza – quelli che non hanno trovato un hotel sono rimasti fuori, a 5 gradi. Quelli che potevano, hanno atteso in auto. Una situazione che mi sembra non sia stata gestita, insomma, nel migliore dei modi. Io ci ho rimesso dei soldi, non credo arriverà un rimborso (nessuno ci ha proposto nulla), ma non ne faccio un dramma mio: invece, penso agli anziani a cui non è stato messo a disposizione neppure uno spazio, un locale pubblico o magari anche un semplice autobus dove sedersi al caldo in attesa della risoluzione del problema. Ci metto nome e cognome per loro".
Nicoletta Tempera