REDAZIONE BOLOGNA

Frane, l’appello dei paesi spezzati in due

Monterenzio, paese sulle colline di Bologna adagiato sulla strada che porta al passo della Raticosa, è uno dei centri più colpiti dalle frane a cui tutti i giornali hanno dato risalto in questi giorni come per situazioni analoghe. La parte alta del Paese fino a ieri era ancora irraggiungibile e addirittura la Banca Bbc felsinea ha messo a disposizione alcuni locali a San Benedetto del Querceto per garantire la continuità delle lezioni agli studenti. Un paese spezzato in due. Sulla montagna bolognese si contano circa 120 casi tra frane e smottamenti che hanno indotto le autorità a far chiudere strade e sgomberare diverse abitazioni. A Monterenzio e dintorni, vigili del fuoco, Protezione civile e operatori delle amministrazioni comunali stanno facendo il possibile per ripristinare la viabilità. L’alluvione più disastrosa di sempre, ha anche messo in evidenza la fragilità dell’Appennino. Servirà un gigantesco monitoraggio delle situazioni più critiche per allestire poi opere di prevenzione ed evitare o limitare disastri simili. Un dossier dell’Unione dei comuni, spiega che il dissesto si origina per vari motivi fra cui anche l’aspetto delle "foreste non gestite, non pianificate, e che non drenano più" e per questo un intervento verso questa direzione è fondamentale. Secondo l’Ispra, Istituto di protezione ambientale, in E-R ad oggi sono attive circa mille frane e le 300 più significative sono concentrate in 54 comuni.

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