Bologna, 29 maggio 2023 – “Sarebbe curioso restare esclusi". Luca Vianelli, proprietario di uno dei condomini di via Saffi ‘epicentro (suo malgrado) delle esondazioni del Ravone, sintetizza la propria posizione a proposito della volontà dell’amministrazione comunale di inserire via Saffi e i Colli nella cosiddetta zona rossa, ovvero quell’area destinataria di aiuti e rinvii di tasse e contributi.
Per ora queste due zone sono fuori, ma l’assessora al Commercio Luisa Guidone ha assicurato che il Comune si sta muovendo per inserire quelle e altre zone nell’elenco.
Focus: dove e quali sono i fiumi esondati / Diretta alluvione 29 maggio
“Mercoledì avremo un incontro con il Tavolo tecnico convocato dal Comune – sottolinea Vianelli – Siamo in una fase interlocutoria. Prendo atto che l’amministrazione ha detto ciò che ha detto, vedremo. Nel nostro condominio ci sono 35-40 condòmini coinvolti: le esondazioni del Ravone, finora cinque, hanno causato danni a tutti, a cominciare dalla centrale termica allagata, che non è coperta da assicurazioni. Faccio presente che quell’edificio ha circa 70 anni, e lì non è mai successo nulla. Deve vedere cosa è stato estratto da sotto via Saffi, dal letto del Ravone...". Una catasta di rami, tronchi, rifiuti che ha sicuramente influito sul livello delle acque del torrente in piena.
Per Fabiola Josephine Bufalo, della Boutique Anna di via Saffi, "questo era un danno evitabile. Indennizzi? Bene. Siamo stati penalizzati nelle vendite e abbiamo rischiato solo noi, con la seconda esondazione: in un negozio vicino è scoppiata una vetrina, e le schegge hanno sfiorato una ragazza. Noi abbiamo lavato, pulito, messo i sacchi di sabbia che ci avevano portato... Un ristorante vicino ha perso del tutto la cantina, piena di fango. Non si fa così: l’asfalto di via Saffì è crepato, qui riparano con toppe su toppe ma l’acqua non perdona. L’amministrazione comunale ci viene a dire ‘Iniziate a lavorare da casa’: a parte che non siano più in pandemia, io il 90% del fatturato lo realizzo in negozio. Come si fa a ragionare così?".
Una situazione analoga c’è sui Colli, con una miriade di strade interessate e molte volte interrotte da frane e smottamenti dopo l’ultima ondata di maltempo del 15-17 maggio.
"Inserirci nella zona rossa? Non vedo cos’altro si possa fare – commenta Francesco Cicognani, presidente del ComiColli – Ma proprio in queste ore la polizia locale sta notificando un’ordinanza in cui il Comune dispone che i proprietari dei terreni da cui sono partite le frane si attivino per il ripristino delle aree e lo sgombero delle strade. Il tutto a loro carico. Entro cinque giorni devono comunicare il nome del tecnico da loro incaricato. Però va detto che anche più di un anno fa abbiamo chiesto interventi di prevenzione: l’ente pubblico non ha mai fatto nulla. Qua ci sono milioni di euro di danni, con intere zone collassate, e gli indennizzi cadrebbero proprio a fagiolo. Abbiamo chiesto di realizzare piccoli invasi: no, è zona parco. Abbiamo chiesto di costruire cisterne sotterranee: no, è zona bosco. Noi siamo collaborativi con il Comune, ma se ogni volta che parliamo si alza una paletta rossa, non è bello".