ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Parla Francesco Ubertini: "Gemello digitale per la Garisenda. Il supercomputer Leonardo? Cresce ancora grazie a Lisa"

L’ex rettore Unibo, oggi presidente del Cineca, è tra i super-esperti per il salvataggio della Garisenda " Bologna è ambiziosa e pensa in grande. In arrivo l’Università dell’Onu sull’intelligenza artificiale"

Bologna, 17 dicembre 2023 – Per chi è riuscito a diventare il rettore più giovane d’Italia (a 45 anni) nell’Università più antica del mondo, il matrimonio tra passato e futuro s’ha da fare. E potrà esprimersi – a breve – in un gemello digitale della Garisenda.

Francesco Ubertini
Francesco Ubertini

"Bologna non ha paura di pensare in grande. Vedo coraggio e ambizione. E, superata la fase di emergenza, la Torre può essere un’opportunità", dice Francesco Ubertini, ingegnere, ex rettore dell’Università di Bologna, oggi tra i super-esperti per la Garisenda malata e alla guida del Cineca di Casalecchio (consorzio interuniversitario, maggiore centro di calcolo in Italia e tra i più importanti al mondo).

Il futuro, insomma, per Ubertini, ordinario di Scienza delle costruzioni alla Scuola di Ingegneria e Architettura dell’Unibo, è adesso. O, meglio, nel 2024 quando il supercomputer Leonardo del Cineca avrà compagnia: "Arriverà il nuovo aggiornamento Lisa (in onore di ’Monna Lisa’) e un computer quantistico, primo in Italia".

Professore, tutta questa tecnologia potrà aiutare la Garisenda?

"Di tecnologia sulla Torre ce n’è parecchia. Pensiamo solo al monitoraggio coi sensori, operativo da molto tempo. Ma uno dei progetti di Bologna che potrà aiutare la Garisenda è quello del gemello digitale".

Come funzionerà?

"Parliamo di una replica in digitale della città con gli edifici, il traffico, i flussi, una certa qualità dell’aria... Il concetto del gemello digitale si può usare su larga scala, replicando la Terra. O in piccola scala: con un edificio o con la Garisenda. La logica è quella di ’Google Maps’ che è una copia del mondo in digitale che sa dove sei e ti dice qual è la strada più rapida, se c’è un incidente, se devi girare a destra o a sinistra. Il digitale ti dà delle informazioni che aiutano a prendere decisioni nel mondo reale".

Con questa modalità si deciderà la medicina migliore per la Torre?

"Grazie alla tecnologia recepiremo il patrimonio di conoscenze accumulato negli anni. Informazioni che ci aiuteranno nel prendere le decisioni future. Guardando sì alla fase di monitoraggio e di emergenza, ma anche al post-restauro, accompagnando la vita futura della Torre. Ma ricordiamo che sono tecnologie a supporto delle persone. Ti aiutano a leggere e capire, ma non prendono le decisioni. Va bene misurarsi la pressione, ma poi serve un medico che fa sintesi".

È una tecnologia Cineca?

"Noi mettiamo a disposizione le infrastrutture. È un progetto in fase di avvio. Che è nelle intenzioni dell’Università e del Comune".

Quale sarà il suo lavoro da super-esperto?

"L’Università si è messa a disposizione del Comune siglando una convenzione. Io coordinerò il supporto scientifico dell’Unibo nelle varie discipline e nelle varie fasi. Ora c’è a messa in sicurezza, poi ci sarà il restauro e il post restauro"..

Resta l’ipotesi di smontare la Torre?

"Ci sono varie opzioni sul tavolo, più o meno impattanti, più o meno efficaci. Lo smontaggio, certamente, è una delle ipotesi. Ma si deciderà più avanti".

Guardando al futuro (non solo della Torre) tanta strada è stata fatta dalla nascita del Cineca: che cos’altro arriverà?

"Il Cineca è nato negli anni ’60 quando quattro università si mettono insieme per creare unsupercalcolatore. Ora dall’anno scorso abbiamo Leonardo, supercomputer tra i più potenti al mondo che crescerà ancora grazie a un aggiornamento da 50 milioni di euro che si chiamerà Lisa, come ’Monna Lisa’. L’ upgrade al Tecnopolo avverrà nella prima parte del 2024, mentre nella seconda metà dell’anno installeremo un computer quantistico".

Che cosa significa avere un computer quantistico?

"L’Europa ha deciso di potenziare la sua infrastruttura con sei computer quantistici e uno di questi sarà al Tecnopolo. Parliamo di una tecnologia emergente. Leonardo fa 250 milioni di miliardi di operazioni al secondo. Per capirci: un’ora di lavoro di Leonardo equivale a 920 anni di lavoro di un computer portatile. Il quantistico è una macchina ancora più potente e rapida, ma consuma meno".

Come si ’sposano’ Leonardo e l’intelligenza artificiale?

"ChatGpt, la più famosa applicazione di intelligenza artificiale, per essere allenata ha bisogno di un super calcolatore. E Leonardo è il sistema tra i più potenti al mondo per questo tipo di applicazioni. Non a caso la ’ChatGpt’ francese, startup che si chiama Mistral, sta lavorando sulle nostre infrastrutture, lo stesso sta succedendo in Australia, Olanda e un po’ anche in Italia. Insomma, stiamo passando da una nicchia a uno sviluppo tecnologico pazzesco. Non a caso la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha più volte citato Leonardo, rivendicando di avere la più grande infrastruttura di super calcolo pubblica della Ue. La tecnologia, quindi, ha il suo polo di riferimento in Italia e a Bologna".

Insomma, Bologna capitale della tecnologia?

"L’anno prossimo spero che potremo ospitare il G7 della scienza e inaugurare l’Università dell’Onu sull’intelligenza artificiale. Governo e Onu stanno rifinendo gli accordi bilaterali. Una potenzialità enorme: l’Onu decide di farlo qui, a Bologna, perché culla dell’Università più antica del mondo e in quanto luogo più interessante in Europa in termine di infrastrutture di supercar".

La città ha capito l’importanza di questo patrimonio?

"Sono tecnologie complesse, che sembrano quasi inaccessibili. Ma non è così. Tanto per dire ChatGpt ha raggiunto in due mesi 100 milioni di utenti... Quindi dobbiamo impegnarci di più, politica e non, sulla digitalizzazione di base che è il prerequisito per accedere a tecnologie più avanzate. Non bisogna avere paura dell’intelligenza artificiale, non perché non ci sono rischi, ma perché è uno strumento. Se fosse un’auto, le persone sarebbero quelle che guidano. Che decidono dove andare".

Come vede Bologna nel futuro?

"Non c’è la paura di pensare in grande. Penso, ad esempio, al Tecnopolo, al coraggio di voler ridisegnare il quadrante nord della città, ma anche il centro storico".

Di fronte a queste ambizioni, le infrastrutture sono adeguate?

"Servono collegamenti all’altezza. Quello ferroviario è ok, quello aeroportuale, come hanno detto altri, va sviluppato".