Bologna, 2 luglio 2020 - Sale il timore nel settore della logistica a Bologna dopo il focolaio di Coronavirus scoppiato nel magazzino Bartolini alle Roveri nei giorni scorsi, ormai sotto controllo. Il focolaio di Covid-19 ha portato all’individuazione di oltre cento positivi al tampone, 118 per la precisione secondo quanto riferito dai sindacati. E ora è l'Interporto l'osservato speciale.
Secondo quanto riferiscono i Si Cobas, oggi in presidio davanti al Comune di Bologna (video), sarebbero stati trovati "due casi positivi tra gli addetti della Sda e oggi dovrebbero iniziare i test" sui lavoratori (sono circa 800 in tutto).
Sempre all'Inteporto c'è paura anche tra i facchini del magazzino Bartolini, perché da lì nelle settimane scorse sono stati inviati due lavoratori in appoggio alle Roveri, dove è scoppiato il focolaio, che sono poi tornati a lavorare in Interporto.
Per questo, riferisce oggi un rappresentante del Si Cobas, i sindacati sono entrati in stato di agitazione e hanno chiesto all'azienda di fare i tamponi ai due lavoratori.
"Se sono positivi - afferma il sindacalista - tocca fare le analisi a tutto il magazzino". Si parla di circa 70 persone, organizzate su tre turni. "I lavoratori sono spaventati - aggiunge il rappresentante di Si Cobas - aspettiamo il risultato del test. Ma si continua a lavorare normalmente, come prima, con le stesse persone".
Oggi intanto è iniziato il secondo giro di tamponi ai lavoratori di Bartolini alle Roveri. "Nessuno si prende la responsabilità di tutelare la salute tranne noi - attacca Simone Carpeggiani, coordinatore dei Si Cobas di Bologna- che abbiamo denunciato la situazione a tutte le istituzioni e chiesto la chiusura. E' questo il problema e quindi chiediamo al Comune che si prenda questa responsabilità. Sarebbe grave se non lo facesse, non si sa altrimenti a cosa serve questa Giunta e questo sindaco. Diventa un problema".
Il sindacato di base si è presentato oggi in Comune chiedendo un incontro, ma non ha ottenuto risposta. "Non rispondono al telefono", riferisce Carpeggiani. Che rilancia: "Aspettiamo un incontro urgente, l'epidemia si sta allargando. Tutti aprono, è come se non fosse successo nulla. Ma il problema c'è ancora, si tutela il profitto invece della salute".
A giugno, sottolinea il coordinatore dei Si Cobas, "sono aumentati del 30% i lavoratori interinali, che vengono spostati da una parte all'altra a seconda delle necessità".
Nei magazzini però "è impossibile applicare le regole sul distanziamento", avverte Carpeggiani. Per questo il sindacato ha chiesto a Brt ingressi separati e la divisione dei lavoratori su due turni.
"Abbiamo anche chiesto un accordo per fare pause ogni due ore, perché con la mascherina è difficile lavorare". Presenti al presidio anche i lavoratori di altre aziende.