di Rosalba Carbutti
Le cicatrici dell’Emilia-Romagna alluvionata, dopo la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, colpiscono anche il generale Francesco Figliuolo. "Vedere un territorio così sfregiato mi provoca forti sentimenti emotivi", dice in tuta mimetica nella terza torre della Regione, di fianco al governatore Stefano Bonaccini dopo il sorvolo in elicottero nelle zone colpite dall’alluvione. La nomina formale a commissario della ricostruzione non è ancora arrivata, ma il generale ha voluto comunque rendersi conto della situazione del territorio "della locomotiva d’Italia", come la definisce il ’pres’, nome con cui viene chiamato in terra emiliano-romagnola, citando Giorgia Meloni. Il commissario ripete che "lavorerà in sintonia con i subcommissari, in armonia con Bonaccini ma anche Acquaroli e Giani". Ci mette umiltà, dicendo che è "qui per ascoltare". E, in effetti, ha ascoltato prima i sindaci dei territori colpiti, poi le parti sociali, sindacati e imprese. Sintonia e armonia sono le parole chiave della giornata di ieri, in un tentativo volto a ritrovare quella collaborazione che nei giorni scorsi ha latitato, come hanno fatto notare alcuni primi cittadini nell’incontro con il neo commissario.
Lo stesso Bonaccini – che aveva definito la nomina del generale una "scelta centralista", pur ricordando l’ottimo lavoro fatto durante il periodo del Covid – ha comunque definito "un segno di rispetto verso le popolazioni colpite" la visita di Figliuolo prima della nomina formale, sebbene prima del sorvolo avesse definito questo ritardo "imbarazzante". Lo stesso generale promette "nuove visite", spiega che presto verrà creata in modo condiviso "una struttura che darà gli indirizzi e farà la programmazione finanziaria" (e che i sindaci vorrebbero avesse base in Romagna). In più ricorda che "ora è fondamentale l’intervento su famiglie e imprese", con un pensiero "alle vittime, agli sfollati e a chi sta soffrendo per questa tragedia".
Resta, al netto dell’armonia, il tema delle risorse. "Le famiglie non hanno visto un euro", aveva detto giorni fa il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, mentre Fratelli d’Italia (dal viceministro Galeazzo Bignami al senatore Marco Lisei) puntavano il dito su "liste gonfiate con interventi non legati all’alluvione". Insomma, un clima tutt’altro che disteso. Ha tentato di rassicurare il generale-commissario: "Ora ho fatto solo un sopralluogo, poi ritengo che a breve arriverà anche il ‘portafoglio’, cioè i fondi per operare nel concreto. Ho piena fiducia in Meloni, con lei c’è piena sintonia".
Rimane il fatto che sulla frase relativa al "portafoglio" alcuni dem presenti, De Pascale compreso, hanno commentato sottovoce: "L’avevamo detto che non c’erano ancora le risorse...". Bonaccini non entra nella polemica, ma ribadisce che si "deve agire presto e bene", ricordando il modello di ricostruzione del terremoto. Da qui, dà la disponibilità della "struttura commissariale del sisma" attiva fino a fine anno. Un’offerta che porta con sé un non detto: la struttura commissariale per l’alluvione dovrebbe prevedere 60 persone, quella per il terremoto ne ha un migliaio. Tradotto: il modello di ricostruzione del sisma poteva essere autosufficiente. Ma, ormai, la decisione del governo è presa, non resta che collaborare. Quello che si deve fare "presto e bene" è coprire i 9 miliardi di danni, esclusi quelli indiretti, con in cima i due miliardi per i cantieri più urgenti.
A dare il senso della visita di Figliuolo è la soddisfazione bipartisan del sindaco Pd di Bologna Matteo Lepore e del collega di Forlì, civico di centrodestra, Gian Luca Zattini. "Ci sarà massima collaborazione", dice il dem. "La priorità è la somma urgenza. Faremo squadra", sottolinea il civico.