Bologna, 29 agosto 2024 – “Tenacia, unità e autodisciplina”. Questi tre concetti pronunciati da Enrico Berlinguer, sono i temi con cui l’allora segretario del Pci ha chiuso la Festa Nazionale dell’Unità 1980, il 14 settembre alle 17 al Parco Nord, in una città ancora devastata psicologicamente dalla tragedia alla stazione del 2 agosto.
È proprio su quel dramma che verte buona parte del discorso del politico sardo, che poi cambia direzione e vira su temi più nazionali come, ad esempio, i 14mila licenziamenti dentro la Fiat, preparando di fatto quella che sarà ‘la marcia dei 40mila’ il 14 ottobre dello stesso anno a Torino. In una vicenda che ricorda quella dell’Industria Italiana Autobus, nonostante i numeri della vertenza bolognese siano nettamente inferiori. In questo parallelismo col passato, all’inaugurazione della Festa dell’Unità 2024, per l’ultima volta all’interno del Parco Nord, l’atmosfera - almeno per questo primo giorno - è diversa dagli anni scorsi. Vero, i tempi rispetto a 44 anni fa sono cambiati e la partecipazione politica è ai minimi storici. Tuttavia, ad essere differenti, oltre ai temi, sono anche gli uomini e le donne che visitano il raduno al Parco Nord, di questi tempi più frequentato “da consumatori della festa, mentre, nel periodo di Berlinguer era perlopiù un popolo che si sentiva parte di un progetto”, come ha detto il sindaco Lepore, tra l’altro nato proprio nel 1980.
All’interno della manifestazione sono diverse le persone con un proprio stand, tra queste è presente dentro a ‘Borgoveg’, Mirella Santi. “Questa festa rappresenta un momento di aggregazione e dello stare insieme. Qui, però, non si fa solo da mangiare, questa è l'opportunità di fare politica, cosa che ormai non si fa spesso". E aggiunge sui cantieri in città: "Non ho mai visto rimettere a posto un luogo senza cantieri. Solo che con il Pnrr e altri finanziamenti, sono partiti tutti insieme. Anche se nel breve mi reca dei disagi, chi si lamenta sbaglia perché ci stanno rifacendo tutti i servizi".
Di fianco Borgoveg c'è il ristorante Borgopesce del responsabile Gilberto Gigli, il quale ha già lo sguardo alle regionali. "De Pascale è un nome giusto e forte. Anche se Bologna è una grossa fetta della Regione, non per forza deve avere un suo candidato alla presidenza della Regione. Quindi bene così". Mentre a interrogare Gigli è la possibilità di un Campo Largo anche con il partito di Matteo Renzi, Italia Viva. "Vediamo, ma servono dei paletti ben precisi, non deve decidere lui se no ritorniamo al governo Conte II. Ha già fatto abbastanza danni nel campo della sinistra". Tuttavia, "per battere la destra il Campo Largo è l'unica soluzione", chiude Gigli.
Tornando al 1980, è famosa la scena di Berlinguer che mangia i falafel di Jamil Shihaded, uno dei primi ristoratori palestinesi della città che ha ricevuto in quel periodo uno spazio dal Pci per creare il suo stand all’interno del Parco Nord. In quella zona, oggi c’è lo spazio riservato ai giovani dem, guidati dal segretario Paky Tiani. “L’opportunità di ritrovare la comunità democratica e di aprirsi alla città”. E sulle regionali, secondo Tiani, il candidato del centrosinistra Michele de Pascale “è credibile e con un profilo da amministratore, la miglior candidatura possibile guardando anche a una coalizione ampia”.
Continuando la camminata per lo spazio del Parco Nord riservato alla Festa dell’Unità, incontriamo Alessia Vecchi dello stand Gallo Rosso. “Qui condividiamo non solo l’aspetto politico ma momenti di divertimento utili anche ad autofinanziare il Pd”. Sulle regionali, anche Vecchi, come gli altri, è “contenta della scelta del nostro candidato. Una persona preparata e che conosce il territorio. Porterà avanti l’eredità positiva di Bonaccini”. Sui cantieri, invece, Vecchi dice che “questa situazione nel breve creerà disagio ma poi migliorerà la vita di tutti, che in maniera più sostenibile raggiungeranno la città”.
Di fatti, chiude Vecchi, è “giusto che l’amministrazione guardi al lungo periodo e raggiunga la città in modo sostenibile e senza l’auto”.