Bologna, 28 novembre 2023 – L’appello di papà Vincenzo: "Chi ha sofferto come me la perdita di una figlia, di una sorella, di una madre, si faccia avanti. Insieme potremo cambiare le cose". Vincenzo è Gualzetti, il papà di Chiara, la ragazzina di 15 anni uccisa a coltellate, calci e pugni dal coetaneo per cui aveva una simpatia il 27 giugno 2021, nel parco proprio dietro a casa sua a Monteveglio, in provincia di Bologna. E ora, dopo che a luglio scorso ha perso anche la moglie Giusy a seguito di una lunga malattia, investe ogni sua energia nella ricerca di giustizia.
Vincenzo, quale sarebbe la sua idea?
"Sto lavorando con un team di tecnici a una piattaforma on line su cui raccogliere le adesioni dei familiari delle vittime di femminicidio. Poi, insieme, possiamo combattere per ottenere giustizia. Qualche giorno fa avevo provocatoriamente detto che pur di ottenere pene certe per chi ha commesso orrori sarei stato pronto a incatenarmi davanti al ministero. Ecco, quest’idea della piattaforma nasce un po’ così: insieme possiamo unire le nostre voci e portare avanti proposte o iniziative che man mano delineeremo".
Ha già qualcuno in particolare che vorrebbe coinvolgere nel progetto?
"Sono in contatto con alcuni genitori che hanno perso i figli in modo tragico. Tra noi ci capiamo, è come se chi ha subito un certo lutto poi condivida anche il dolore di tutti gli altri che hanno vissuto lo stesso. Vorrei mettermi in contatto col padre di Giulia Cecchettin: sono tantissimi i punti in comune tra quello che è accaduto a lei e quello che ha passato la mia Chiara. Quando ho udito la notizia di sua figlia, ho rivissuto il mio trauma: le ore d’attesa senza sapere cosa fosse stato di lei, la speranza, l’angoscia. Il male. Ora mi resta la rabbia, è vero, ma anche la speranza di fare qualcosa di buono. Penso al centro giovanile in memoria di Chiara, dedicato ai ragazzi del nostro territorio e ai loro genitori, perché possano conoscersi meglio. Adesso, ci sarà la piattaforma, presto on line. Investo così quello che avrei destinato a mia figlia".
Lei e il suo avvocato, Giovanni Annunziata, avete però già messo in campo delle idee dopo la condanna dell’assassino di Chiara, giusto?
"Ci stiamo battendo affinché decada l’attenuante della minore età in casi di delitti efferati e premeditati come quello di mia figlia. Chi uccise mia figlia è stato condannato a 16 anni e quattro mesi, il massimo possibile per un minorenne e con rito abbreviato: un nonnulla rispetto all’irreparabilità di ciò che ha fatto".