Bologna, 18 gennaio 2024 – La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Giovanni Favia, ex esponente del Movimento 5 Stelle e ora gestore di locali, accusato di violenza sessuale nei confronti di una ventisettenne con cui ebbe una relazione. L’episodio contestato risale alla notte tra il 5 e il 6 novembre 2021. L’udienza preliminare sarà a marzo. La decisione del pm Tommaso Pierini segue l’ordine del gip Domenico Truppa di formulare l’imputazione coatta nei confronti di Favia, difeso dall’avvocato Francesco Antonio Maisano; lo stesso giudice dispose però l’archiviazione per gli altri reati, ossia stalking e lesioni.
La vittima, assistita dall’avvocato Barbara Iannuccelli, denunciò Favia sostenendo che l’avesse costretta a un rapporto sessuale quando stavano ancora insieme. In particolare, per il gip, gli elementi acquisiti consentivano di formulare una "ragionevole previsione di condanna”, specialmente alcuni messaggi che i due si scambiarono la mattina dopo la presunta violenza, in cui la ragazza rimproverava all’uomo di non avere rispettato il suo rifiuto. Altri riscontri giungerebbero dalle testimonianze di amiche con cui la donna si confidò.
«Io, che sono fuggito da una relazione tossica appena me ne sono accorto, mi ritrovo accusato di un reato infamante e che instilla il dubbio nelle persone che non ti conoscono»: così Favia, commenta la vicenda, su Facebook. Scrive: «Dopo che per la terza volta in due anni vengo messo sui giornali nazionali come un possibile stupratore, fatico ad accettarlo come fatto ineluttabile. E mi chiedo se non importi che non sia nemmeno iniziato un processo, che abbia una famiglia e una figlia di 12 anni, che il pubblico ministero, dopo aver indagato, abbia scritto che la querelante non ha detto il vero».
“Per rispetto dell’autorità giudiziaria, ritengo sia quella la sede per ribadire l’assoluta innocenza del mio assistito – commenta invece l’avvocato difensore di Favia, Maisano –. L’udienza preliminare è un passaggio tecnico obbligato dopo la decisione del gip di non condividere la richiesta d’archiviazione, che era relativa a ogni accusa e che noi continuiamo a ritenere corretta e rispettosa della verità. Affronteremo con serenità anche questo passaggio, forti degli elementi emersi nell’indagine e che collocano la vicenda nell’alveo di contrasti legati alla fine di una relazione di coppia”.
f. o.