BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Favelli: "Gli oggetti restituiscono sensazioni"

Inaugurata un’installazione dell’artista alla Fondazione Zeri. ’Nuova Mixage Up’ è fatta di 216 bottiglie di diverse colorazioni

Inaugurata un’installazione dell’artista alla Fondazione Zeri. ’Nuova Mixage Up’ è fatta di 216 bottiglie di diverse colorazioni

Inaugurata un’installazione dell’artista alla Fondazione Zeri. ’Nuova Mixage Up’ è fatta di 216 bottiglie di diverse colorazioni

Il progetto speciale ’Nuova Mixage Up’ creato da Flavio Favelli per la biblioteca Federico Zeri in occasione di Art City, al via il 16 gennaio nella sede della Fondazione Zeri in piazzetta Giorgio Morandi 2, sarà l’apripista di progetti nuovi che mostreranno i tesori dell’Alma Mater alla città. Lo spiega il rettore dell’Unibo Giovanni Molari, sullo sfondo di una delle due grandi installazioni di Favelli, fatte di 216 bottiglie dalle diverse colorazioni interne, posizionate su due grandi scaffali con gli incastri a coda di rondine sempre dell’artista: parte di quell’archivio infinito di oggetti carichi di memoria ma riassemblati e rivestiti di nuovo significato.

Come osserva il rettore, con tono affascinato, "le installazioni sembrano appartenere da sempre a questo spazio", e come conferma il direttore della Fondazione, Andrea Bacchi, spiegando che non è scontata un’installazione del genere all’interno di un’università, "la forza evocativa del suo lavoro ci ha immediatamente coinvolti".

Per la prima volta, questo spazio contenuto nel complesso di Santa Cristina e pieno di libri, aprirà le porte al pubblico internazionale dell’arte contemporanea con il lavoro di un artista bolognese che non finisce mai di sorprendere e offrire punti di vista inediti sulla società in cui è cresciuto e si è formato, vale a dire almeno gli ultimi 50 anni di storia. Tutto il suo vissuto è una suggestione che viene rielaborata con un preciso linguaggio artistico e in questo caso la bevanda spiritosa in bottiglia è per lui "uno dei veri e soli sensi della storia moderna d’Occidente". Con il bello e l’evocativo Favelli, classe 1967, è cresciuto, e nel foglio di sala è intrigante leggere il suo racconto di quello che vedeva nella casa dei nonni in via San Vitale: "Quando aprivo lo sportello del mobile bar – scrive – l’anta lasciava la pressione sull’interruttore e le pareti specchiate s’illuminavano: tutte le bottiglie brillavano di verde e di rosso e di nero e poi gli ambrati e i bicchieri con la reclame del ’Punt e Mes’ e i nomi delle marche con stemmi e blasoni".

L’installazione per la Biblioteca Zeri con la curatela del docente Roberto Pinto, consiste nella esposizione di una serie di bottiglie che Favelli raccoglie da molti anni, ma lui non fa collezioni, attiva i ricordi, ci tiene a far capire. "Sono bottiglie di superalcolici italiani dalle quali ho rimosso le etichette – racconta – storiche bottiglie che dal Dopoguerra in poi hanno avuto una grande fortuna. Grappe, amari, liquori, vermouth, aperitivi, distillati: ogni regione d’Italia aveva una grande tradizione con ditte che si ingegnavano per comunicare il loro prodotto con forme inedite, nuove e seducenti, entrate nell’immaginario collettivo. Questa installazione si interroga sulla forma e sull’estetica della bottiglia, sempre in secondo piano rispetto all’etichetta. L’operazione cerca inoltre di mettere in relazione due oggetti emblematici, libri e bottiglie, che da secoli segnano il nostro tempo e quello dell’arte".

E il titolo? ’Nuova Mixage’ era il nome di una vecchia cassetta regalo di legno che conteneva sei bottiglie della Martini & Rossi, disegnate in nero sul coperchio, come una fotocopia.

Benedetta Cucci