MATTEO ZUPPI
Cronaca

Fate il presepe per essere uomini veri

L’arcivescovo di Bologna invia gli auguri al lettori del nostro giornale: “La statuina del dormiglione ci ricorda l’importanza di fermarci: nei ritmi a volte frenetici di oggi è un invito alla contemplazione”

L'arcivescovo di Bologna Matto Zuppi davanti alla veneratissima Madonna di San Luca: ecco gli auguri di Natale ai lettori del Carlino

L'arcivescovo di Bologna Matto Zuppi davanti alla veneratissima Madonna di San Luca: ecco gli auguri di Natale ai lettori del Carlino

Nella prima domenica di Avvento papa Francesco aveva invitato i fedeli ad alleggerire il cuore dalla paura di vivere per fare spazio a Gesù, l’unico vero portatore di speranza. Nel fare gli auguri di Buon Natale ai nostri lettori, il cardinale di Bologna e presidente della Cei, Matteo Zuppi, spiega come svolgere questa operazione di lucidatura in modo perenne del nostro cuore.

Il messaggio di Zuppi ai lettori del Carlino

Cari lettori del Carlino, quel Signore che è venuto, verrà. Non ci porrebbe essere un augurio di Buon Natale migliore soprattutto quest’anno dove Dio nasce per portare speranza nella tragedia della pandemia della guerra. E’ una nave che, in questa terribile notte che spegne l’umanità e la mette a rischio, si mette a navigare in un mare in tempesta perché la pace non sia un sogno ma diventi storia. Dio è da sempre la nostra storia. Per questo San Francesco andò a Greccio, per vedere in quel bambino figlio di contadini poveri di un luogo povero, deposto anche lui in una mangiatoia, la presenza visibile di Dio. Non vedeva quello che non esisteva, ma quello che dà senso a tutti e a tutto. Ecco la meraviglia del Natale e di quei presepi che possiamo riconoscere e preparare ovunque.

Se Dio ha speranza su di noi, se Dio non ci ama a parole ma con la sua presenza, se Dio si fa umile, debole, possiamo noi cercare solo la forza della violenza e del possesso, non capendo che Lui cerca solo un posto, quello del nostro cuore e che dobbiamo aprire gli occhi sulla vita nel suo mistero ma anche nella sua bellezza tutta umana?  Noi dobbiamo, invece, cercare subito un’alleanza sociale per la speranza, “che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine che vengano a riempire le ormai troppe culle vuote in molte parti del mondo”, come scrive Papa Francesco nella Bolla di indizione di questo Natale che ci introduce al giubileo.

È vero: l’essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, non può accontentarsi di sopravvivere o vivacchiare, di adeguarsi al presente lasciandosi soddisfare da realtà soltanto materiali. Ciò rinchiude nell’individualismo e corrode la speranza, generando una tristezza che si annida nel cuore, rendendo acidi e insofferenti. La gioia del Natale è nel suo presepe e lo possiamo preparare tutti, con il materiale povero della nostra vita ordinaria. Prepariamo il presepe anche solo con un sorriso “un sorriso, un gesto di amicizia, uno sguardo fraterno, un ascolto sincero, un servizio gratuito, sapendo che, nello Spirito di Gesù, ciò può diventare per chi lo riceve un seme fecondo di speranza”.

Nella tradizione bolognese nel presepe c’è sempre il dormiglione, non si rende conto di quello che sta succedendo. Nei ritmi a volte frenetici di oggi è un invito alla contemplazione. Ci ricorda l’importanza di fermarci. Non servono elementi particolari per preparare il presepe: attenzione, visita, tenerezza, riguardo, rispetto, fedeltà, dono. Quello che il bambino Gesù ci mostra. Farlo non ci fa tornare bambini: ci rende, finalmente, uomini veri, in un mondo che spesso ci trasforma in “animali umani”. “Rischiara le tenebre del nostro cuore”. Donaci, nella tua benevolenza, di non lasciarci abbattere dalle nostre debolezze, mentre attendiamo la consolante presenza del medico celeste”.