di Benedetta Dalla Rovere
Hanno sfidato la pioggia e le temperature inclementi sono arrivati in Piazza Maggiore con tanto di passeggini per dire no "ai recenti attacchi del governo ai figli delle famiglie omogenitoriali". Sono varie centinaia i bolognesi che hanno partecipato all’iniziativa organizzata dalle Famiglie Arcobaleno per chiedere il pieno riconoscimento e la trascrizione degli atti di nascita dei loro bambini, che si è aperta ricordando Lucy Salani. Tra le associazioni presenti, con bandiere e ombrelli colorati, Komos, Uaar, Cgil, Arcigay, Rivolta Pride.
Il deputato Pd Andrea De Maria, anche lui in piazza, ha chiarito che "serve una legge per garantire prima di tutto i diritti dei bambini, per facilitare le adozioni delle coppie omogenitoriali e dei single". Parole a cui fa eco il sindaco di Bologna Matteo Lepore: "È importante essere in piazza, indossando la fascia tricolore – dice – perché i sindaci che fanno le trascrizioni hanno deciso di applicare la legge, seguire il dettato della Corte costituzionale e affermare dei diritti e soprattutto non prestare il fianco a nessuna discriminazione. Quello che noi chiediamo è che ci sia una legge più chiara e che il Parlamento abbia coraggio".
Il Comune di Bologna dal 2019 registra solo i figli delle coppie di madri "perché – spiega Lepore – c’è una sentenza della Cassazione che sulla Gpa di genitori padri ci dice di non trascrivere". Una possibile soluzione individuata da Lepore è quella dei "matrimoni egualitari".
Più avanti si spinge la sindaca di San Lazzaro, Isabella Conti, che vuole "stare vicino alle famiglie che soffrono per le discriminazioni che vivono e soprattutto vivono i loro figli". Per Conti, che nei giorni scorsi si era detta pronta a riconoscere tutti i figli delle coppie omogenitoriali, occorre un "approfondimento giuridico vero su un tema così delicato". Per questo ha scritto alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo sottolineando i limiti imposti dal governo, richiamando una sentenza della Cassazione del 30 dicembre scorso, che finiscono per "imporre decisioni politiche esautorando il Parlamento del suo ruolo", creando "una incertezza giuridica relativa all’identità sociale dei minori".
In piazza è arrivata anche la segretaria del Pd bolognese, Federica Mazzoni, che indossava una fascia arcobaleno regalata da "due amiche che ho sposato e che ora hanno un figlio". "Le discriminazioni sono tutte odiose – spiega –, ma quando si parla di progetti di vita, di famiglie e di bambini bisogna scendere in piazza per dire che Bologna reagisce e il Pd c’è".