Il libro è una creatura che ci parla e leggere è un’occasione di incontro e di amicizia. Fra i tanti insegnamenti che Ezio Raimondi ci ha lasciato questo è forse uno dei più significativi. Oggi dalle 15 alle 19 allo Stabat Mater si concludono gli appuntamenti del ciclo dedicato al grande italianista in occasione del centenario della nascita e del decennale della morte (era nato a Lizzano il 22 marzo 1924 ed era spirato a Bologna il 18 marzo 2014). La rassegna è organizzata da Comune, Città metropolitana, Regione e Comune di Lizzano insieme alle istituzioni all’interno delle quali lo studioso ha operato (Dipartimento di Italianistica, Mulino, Archiginnasio, Fondazione Gramsci) con la Fondazione del Monte. Coordinati da Fabio Giunta, sono previsti gli interventi di Matteo Lepore, Giovanni Molari, Paolo Maini, Nicola Grandi, Maurizio Zani, Alberto Di Franco, Valeria Cicala, Gabriella Fenocchio, Marco Antonio Bazzocchi, Lina Bolzoni, Giulio Ferroni, Carlo Ossola. Le conclusioni sono affidate alla figlia Natalia. "Sono fiera - ha detto lei in più occasioni- che mio padre mi abbia comunicato il valore della parola che si traduce in azione, ma anche il senso etico, la curiosità di apprendere, l’impegno e la disciplina nel lavoro". Dunque, un pomeriggio di riflessione sull’eredità di un intellettuale europeo ma anche un’occasione preziosa per riportare la voce del Professore nel present. Filologo, saggista, critico, Ezio Raimondi ha saputo essere anche e soprattutto docente amatissimo capace di formare generazioni di studenti. Un intellettuale a tutto tondo a cui Bologna deve tantissimo.
c. cum.