Ex Ravone, il Tar conferma: "Esproprio solo all’80%"

I giudici danno ragione in parte a Ferrovie, escludendo l’area del Polo manutentivo

Ex Ravone, il Tar conferma: "Esproprio solo all’80%"

Ex Ravone, il Tar conferma: "Esproprio solo all’80%"

Il Tar conferma l’esproprio dell’ex Ravone da parte del Comune ai danni di Ferrovie, ma solo in parte. È l’ultimo capitolo della saga che riguarda la maxi area dismessa di cui Palazzo d’Accursio, da fine marzo, è proprietario per l’80%. Il tribunale ha accolto parzialmente il ricorso presentato da Fs Sistemi Urbani – costola del gruppo – per ottenere l’annullamento della delibera con cui l’amministrazione ha deciso di espropriare l’ex scalo e procedere con la realizzazione della ‘Città della conoscenza’ grazie ai fondi del Pnrr.

La decisione di merito dei giudici conferma l’ordinanza di marzo: il Tar aveva escluso il restante 20%, cioè la porzione dov’è presente il Polo manutentivo di Rfi. Ed è su questo pezzo che la sentenza dà ragione a Ferrovie.

Due i motivi forniti come base del ricorso. In base al primo, si legge nella sentenza, "sarebbe illegittima la scelta dell’amministrazione di avviare la procedura espropriativa anziché dare seguito alle trattative per l’acquisizione dell’area". L’operato del Comune "sarebbe del tutto contraddittorio, in quanto l’obiettivo di accelerazione sarebbe stato raggiunto con la conclusione delle avanzate trattative contrattuali per la compravendita".

Il secondo motivo riguarda il fatto che la procedura espropriativa "sarebbe viziata da difetto dei presupposti e di istruttoria", in quanto una parte delle aree (la particella 392) ospita il Polo manutentivo. La stessa Rfi si era costituita in giudizio segnalando che la società "avrebbe quantomeno dovuto essere invitata a partecipare alla Conferenza di servizi", cosa non avvenuta. Sempre in merito al secondo motivo, Fs Sistemi Urbani ha "rappresentato come il mancato accordo quanto alla particella 392 sia dipeso dall’esosità delle pretese del Comune consistenti nell’esproprio ‘mascherato’ del parcheggio Tanari", riepilogano i giudici.

Il Comune (nella foto a destra, l’assessore Laudani) ha replicato come "l’acquisizione del parcheggio fosse in realtà già prevista nel Protocollo d’intesa tuttora valido ed efficace pur a fronte della mancata compravendita del compendio". I giudici poi spiegano di non condividere "l’assunto secondo cui la posizione di Rfi sarebbe parificabile a quella di qualsiasi conduttore delle aree nel progetto, dunque la partecipazione alla Conferenza di servizi sarebbe del tutto non necessaria". L’assenza di Rfi al tavolo dovrà essere colmata nei prossimi passaggi in Conferenza: a questo proposito, il Comune comunica come, a causa della modifica del progetto, la Conferenza sarà riaperta "‘sanando’ l’esclusione di Rfi".

red.cro.