Bologna, 1 aprile 2023 – La nuova vita dell’ex caserma Stamoto sta per iniziare. L’area di 13 ettari in zona Fossolo – che negli ultimi anni è stata teatro di episodi di degrado, spaccio e occupazioni abusive – sarà oggetto di importanti interventi di rigenerazione urbana. "C’è stato un accordo – l’annuncio dell’assessore all’Urbanistica, Raffaele Laudani – tra ministero della Difesa, Agenzia del Demanio e Comune. Nelle prossime settimane firmeremo un protocollo d’intesa che ha l’obiettivo di riqualificare l’area dell’ex Stamoto".
Lo spazio fra viale Felsina e via Massarenti sarà destinato a usi misti. "C’è grande attenzione – continua Laudani – alla componente abitativa e sociale. L’intenzione, quindi, è quella di destinare parte di questa maxi area da oltre 120mila metri quadrati a delle residenze per studenti". Una buona notizia per i tanti giovani che si trovano ad affrontare, da anni ormai, l’annoso problema dell’emergenza abitativa in città. Ma le sorprese all’ex Stamoto non finiscono qui. "Abbiamo intenzione – sottolinea l’assessore comunale all’Urbanistica – di mettere a disposizione di residenti e cittadini i due grandi parcheggi presenti nell’area. Non solo, nel progetto è anche presente la realizzazione di un’area verde. Su questo punto abbiamo fatto una scelta: accanto all’ex Stamoto è presente uno spazio di proprietà del Comune che pensiamo di togliere dal piano alienazione e ragionare così su una superficie unica".
Non sono ancora chiari, invece, i tempi per la riqualificazione, ma da Palazzo d’Accursio arrivano le prime rassicurazioni: "L’idea è quella di partire in tempi molto rapidi con gli usi temporanei che accompagneranno la progettazione. Per il momento abbiamo individuato un obiettivo comune che verrà formalizzato con la firma del protocollo".
L’assessore Laudani fa anche il punto sull’ex Staveco: "Le iscrizioni – sottolinea – si sono chiuse il 16 marzo scorso. Abbiamo ricevuto 21 proposte e nei giorni scorso è stata nominata anche la commissione esaminatrice". Modifiche significative arrivano anche nell’ambito dell’Ers (Edizilia residenziale sociale). "Tra i punti più importanti – dichiara Laudani – ci sono l’introduzione di incentivi per interventi di ristrutturazione edilizia urbanistica che offrono abitazioni sociali oltre i minimi stabiliti dalla norma. La seconda novità riguarda l’introduzione di maggiori elementi di flessibilità rispetto alla gestione dell’Ers: nello specifico, l’attuatore che la realizza può convenzionare la gestione con il Comune".
L’ultimo punto riguarda il cosiddetto ‘obbligo trasferito’. "Nel caso di accordi operativi – conclude – l’attuatore può, previa verifica e autorizzazione del Comune, realizzare tutta la capacità edificatoria come edilizia libera e gli alloggi Ers che avrebbe dovuto realizzare vengono trasferiti dall’attuatore al Comune attraverso un contributo economico che, a sua volta, mette l’amministrazione nelle condizioni di soddisfare le esigenze abitative di Ers".