Il nuovo progetto per l’ex caserma Mazzoni "ci lascia radicalmente insoddisfatti". Detjon Begaj (Coalizione civica), consigliere al quartiere Santo Stefano, attivista del comitato ‘Ex Caserma Mazzoni Bene comune’, boccia la proposta di riqualificazione dell’ex area militare di via delle Armi da parte di Cassa depositi e prestiti: "La verità è che l’area della Mazzoni sarà cementificata: su 46mila metri quadrati di superficie, 21mila sono destinati a edilizia privata".
Begaj marca la distanza dal Pd ("che ha fatto accordi e Piano urbanistico"), dal centrosinistra in Santo Stefano e da un comitato di residenti, che si sono detti soddisfatti (pur con la promessa di "tenere alta la guardia") di un progetto che vede cancellato il previsto supermercato e la nascita di un parco pubblico lungo via delle Armi. "Una soddisfazione che davvero non capiamo", commenta Begaj.
Il comitato ‘Ex Caserma Mazzoni Bene comune’ ribadisce il "no alle speculazioni, agli appartamenti per ricchi e al taglio di alberi". Il progetto, afferma Begaj, dopo un incontro con l’assessore all’urbanistica del Comune, Valentina Orioli, "prevede 200 alloggi, di cui solo 40 di edilizia sociale, pochissimi rispetto a quella che si conferma una pura speculazione privata".
Non solo. La nuova area residenziale "porterà centinaia di nuovi residenti, con centinaia di auto private". In un quartiere in cui, "secondo i dati di Confabitare, ci sono più di duemila appartamenti sfitti".
Quanto ai 350 alberi dell’area, "ne saranno tagliati 179, sani e ad alto fusto, con un impatto ambientale pesantissimo", avverte Begaj. Che si chiede "dove siano gli assessori che si riempiono la bocca con la tutela del verde".
Il comitato ‘Ex Caserma Mazzoni Bene comune’ lancia quindi un appello "a città ecologista, comitati e associazioni che come noi sono contro le speculazioni e il taglio degli alberi", a scendere in piazza sabato 27 febbraio. Sarà il bis della manifestazione dello scorso giugno, lungo i confini dell’ex area militare.
L’obiettivo è ottenere ulteriori e radicali modifiche al progetto. "Siamo convinti – spiega Begaj – che le lievi migliorie apportate fin qui siano frutto della lotta di tante persone che, nonostante le difficoltà dovute alla pandemia, sono scese in strada al nostro fianco a protestare. Noi non molliamo, perché questa città ha bisogno di respirare, non di altro cemento".
Luca Orsi