Ex Breda, la Regione non molla: "La cessione a Seri è inaccettabile"

La giunta Bonaccini: "Il governo chiarisca perché ha rifiutato la proposta della cordata bolognese". Zamboni (Europa Verde): "Forte allarme per l’occupazione". Piccinini (M5s): "No alla svendita".

Ex Breda, la Regione non molla: "La cessione a Seri è inaccettabile"

Ex Breda, la Regione non molla: "La cessione a Seri è inaccettabile"

La cessione delle quote pubbliche di Industria Italiana Autobus è "un’operazione a precipizio inaccettabile". Torna all’attacco la Regione Emilia-Romagna, prendendo di mira ancora una volta Adolfo Urso che guidail ministero delle Imprese e del made in Italy per il via libera dato nei giorni scorsi all’ingresso del gruppo campano Seri industrial come socio di maggioranza della ex Bredamenarinibus. La nuova presa di posizione della giunta Bonaccini è stata letta ieri in Assemblea legislativa dall’assessore Igor Taruffi, per conto del collega Vincenzo Colla, titolare del Lavoro e dello Sviluppo economico da semore in prima linea nelle vertenze più critiche del territorio, a fronte dell’interrogazione presentata dalla consigliera di Europa Verde, Silvia Zamboni. In occasione dei tavoli in sede ministeriali, afferma Taruffi, la Regione ha "ribadito al ministro Urso le nostre valutazioni molto critiche rispetto al percorso intrapreso. Il gruppo Seri non ha mai prodotto e commercializzato un autobus". L’Emilia-Romagna conferma dunque il suo "netto dissenso" all’ingresso di Seri in IIA. E incalza: "A fronte di una grande opportunità di mercato nel trasporto pubblico in Italia, grazie alle risorse del Pnrr, due gruppi a controllo di Stato, Leonardo e Invitalia, portano avanti un’operazione a precipizio inaccettabile, senza un progetto industriale condiviso da tutti".

Allo stesso modo, secondo la giunta Bonaccini è "inaccettabile" il metodo con cui il governo ha rifiutato la proposta avanzata dalla cordata di imprenditori bolognesi (dal vicepresidente di Confindustria Maurizio Marchesini del famoso gruppo del packaging, a Valerio Gruppioni di Sira Industrie e Maurizio Stirpe). Decisione su cui non sono state ancora "chiarite le vere motivazioni. Si tratta di una scelta di carattere finanziario e non di profilo industriale".

Soddisfatta della risposta della giunta, Zamboni: "Il disimpegno di Leonardo e Invitalia da Industria Italiana Autobus e la cessione delle loro quote ad un’impresa, Seri, che finora non ha prodotto bus sollevano interrogativi e forte allarme per il futuro occupazionale di centinaia di lavoratrici e lavoratori e per il mantenimento in mani italiane della presenza sui mercati nazionali ed esteri della produzione di bus, tanto più considerando le risorse miliardarie del Pnrr per riqualificare il trasporto pubblico". Da qui, Zamboni si augura "che dai tavoli di crisi si arrivi a soluzioni sensate che mettano al riparo occupazione ed eccellenze produttive". Sulla stessa linea il M5s, con Silvia Piccinini: "La “svendita” di Industria Italiana Autobus al gruppo Seri “va fermata al più presto. Bene fa la Regione ad esprimere profondo dissenso sulla vendita dell’ex Breda alla società campana, anche alla luce di quanto emerso da una recente inchiesta giornalistica, che ha svelato come l’azienda sia stata chiamata in causa da un gruppo di lavoratori per il mancato riconoscimento del Tfr".