di Nicoletta Tempera
Espulso nel 2019 dopo una condanna per maltrattamenti in famiglia, non doveva neppure essere in Italia. Invece, il quarantunenne albanese da mesi si aggirava per Bologna. E benché fosse un ‘fantasma’, a rischio d’arresto ogni giorno, l’uomo aveva messo su una fiorente attività come organizzatore di serate in discoteca, con annessa vendita al dettaglio di cocaina.
Il suo business è stato però interrotto bruscamente l’altro giorno, quando i carabinieri della stazione Bologna, guidata dal luogotenente Angelo Strappato, lo hanno fermato sotto casa, a Borgo Panigale. I militari dell’Arma da qualche tempo erano interessati al profilo di questo anomalo pr, più volte immortalato in video e foto postate sui social durante serate in locali in città e provincia. Proprio dall’analisi di quelle immagini, servendosi del software C-Robot, i carabinieri hanno avuto la prima conferma che si trattasse del quarantunenne espulso a seguito della misura disposta dal giudice quattro anni fa. Hanno quindi deciso di appostarsi nei pressi dell’abitazione e, l’altra sera intorno alle 20,30, lo hanno fermato e controllato. Lui, neppure troppo stupito della circostanza, non è stato minimamente collaborativo.
Addosso aveva due dosi di coca, per pochi grammi, e 165 euro. Così i militari hanno deciso di estendere la perquisizione alla sua abitazione, dove viveva con altri stanieri. Subito la sua stanza ha insospettito, ulteriormente, i carabinieri, a cui intanto si erano aggiunti i colleghi del Nucleo operativo della compagnia Bologna Centro: tra armadio e mobili, infatti, oltre a 2.550 euro in contanti e altri 31 grammi di coca, sono stati trovati un frullatore con tracce di sostanza, buste per il confezionamento delle dosi e due macchine per il sottovuoto. Ma il ‘tesoro’ vero era da un’altra parte. In uno sgabuzzino i militari hanno notato una botola nel sottotetto e una scala metallica. Sono saliti e hanno trovato una grossa scatola da scarpe: dentro, più involucri, con dentro, complessivamente, 5 chili e 700 grammi di cocaina purissima, confezionata sottovuoto. Una quantità di sostanza che, immessa sul mercato bolognese, avrebbe frutto guadagni per almeno 350mila euro. C’era anche un block-notes, dove l’uomo annotava clienti e consegne. L’albanese è stato quindi arrestato e accompagnato alla Dozza, in attesa di convalida. Su di lui non pesa soltanto l’accusa, pesante, di spaccio, ma anche la violazione del divieto di rientro in Italia. Adesso, i carabinieri della Bologna Centro stanno lavorando per ricostruire la filiera criminale di cui l’albanese ha dimostrato di essere anello fragile.