CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Esondazione del canale di Reno a Bologna, c’è un esposto

L’ex 5 Stelle Favia e l’analisi dei fatti anomali: “Sgrigliatore completamente inidoneo a gestire le ramaglie, i detriti ingombranti e i depositi di materiali del cantiere: è andato in blocco trasformandosi in un tappo”. Il Comune: “Non era otturato”

Bologna, 24 ottobre 2024 – Un esposto contro ignoti per accertamenti relativi all’esondazione del Canale di Reno in prossimità di via Riva Reno, nel centro di Bologna, durante l’alluvione che sabato scorso ha messo in ginocchio la città. È quello che ha presentato il ristoratore ed ex Movimento 5 Stelle, Giovanni Favia, questa mattina in Procura.

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A sinistra, la posizione dello sgrigliatore. Al centro, il cantiere di via Riva Reno. A destra: la notte da incubo di Bologna con esondazioni tra il 19 e 20 ottobre 2024 (foto Giovanni Favia via Facebook)
A sinistra, la posizione dello sgrigliatore. Al centro, il cantiere di via Riva Reno. A destra: la notte da incubo di Bologna con esondazioni tra il 19 e 20 ottobre 2024 (foto Giovanni Favia via Facebook)
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"La causa del vero e proprio disastro – si legge nell’esposto – che ha interessato la zona in oggetto, non è stata da sola la mole di acque meteore portate dal Ravone nel Reno, fatto anomalo essendo il Ravone nel punto in cui incontra il canale del Reno di sezione notevolmente inferiore allo stesso. Altro fatto anomalo e che induce a cercare altre spiegazioni, si può trovare nell’assenza di esondazioni nella prima zona scoperta del canale dopo la fine del cantiere, ovvero nel primo tratto scoperto del Navile adiacente a via Bovi Campeggi".

Negli anni passati, sottolinea l’ex M5s, "a protezione della centrale idroelettrica del Cavaticcio di Largo Caduti del Lavoro, venne posto uno sgrigliatore nel canale del Reno in prossimità di via Marconi, nella parte tuttora tombata del canale. Lo sgrigliatore è un sistema che permette di trattenere i detriti per poi compattarli e gestirli come rifiuti. L’attuale sgrigliatore era pertanto completamente inidoneo a gestire le ramaglie del Ravone e i detriti ingombranti e i depositi di materiali del cantiere come riscontrabile dalla foto precedente al disastro”.

Nell’esposto Favia spiega come ai primi aumenti del livello idrometrico del canale, lo sgrigliatore è andato in blocco trasformandosi in un tappo.

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Del tutto diversa la versione del direttore dei Canali di Bologna, Andrea Bolognesi, che ha parlato di ‘equivoco’. Il numero uno del Consorzio ha posto l’accento proprio sul funzionamento dello sgrigliatore: "Una volta superato lo sgrigliatore – spiega – arrivando all’incrocio tra le vie Riva Reno e Marconi, c’è un bivio. Un ramo è quello del Cavaticcio che alimenta la centrale, l’altro (che prosegue dritto verso il centro, ndr) ha un gradone di più di un metro e 80 centimetri. Questo significa che per mandare un centimetro di acqua verso la Finestrella, devo avere quasi due metri d’acqua sotto via Marconi. Il motivo per cui non è arrivata acqua verso il centro è da ricondursi al fatto che tutta l’acqua che usciva dallo sgrigliatore, che non era affatto otturato, se ne è andata imboccando il tunnel della centrale (del Cavaticcio, ndr). A quel punto, il livello si è abbassato vertiginosamente perché l’acqua è scesa veloce verso la centrale e quindi non avrebbe mai potuto raggiungere la misura di due metri che avrebbe potuto portare l’acqua fino al centro.

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