Esami di maturità comprati: ecco come funzionava il ‘diplomificio’ a Bologna

Gli studenti e le loro famiglie pagavano migliaia di euro per partecipare a lezioni di recupero anni scolastici in un istituto privato felsineo per poi andare a sostenere (e superare) la prova finale in due scuole paritarie in Campania e in Abruzzo: 7 indagati per associazione per delinquere finalizzata al falso e alla corruzione L’inchiesta è partita dall’esposto di una famiglia

Esami di maturità comprati: ecco come funzionava il 'diplomificio' a Bologna

Esami di maturità comprati: ecco come funzionava il 'diplomificio' a Bologna

Bologna, 11 settembre 2024 – Un vero e proprio ‘diplomificio’ sotto le Due Torri. Questo è quanto scoperto dagli uomini del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Bologna che alle prime ore della mattina hanno fatto scattare le perquisizioni.

Insomma, gli esami di maturità, di fatto, venivano comprati, pagando migliaia di euro per partecipare a lezioni di recupero anni scolastici in un istituto privato di Bologna, e poi andare a sostenere (e superare) la prova finale in due scuole paritarie in altre regioni, una in Campania e l'altra in Abruzzo, entrambe corrotte, secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle.

All’esito di articolate indagini l’autorità giudiziaria sono stati infatti ipotizzati a carico dei responsabili, i reati di associazione per delinquere finalizzata al falso e alla corruzione disponendo il sequestro dei conti correnti nonché dell’immobile di Bologna nel quale si svolgono i corsi di recupero.

Nello specifico i finanzieri del 1° Nucleo operativo metropolitano hanno rilevato una serie di illeciti che sarebbero stati commessi da un istituto di recupero anni scolastici per agevolare la promozione dei propri studenti presso due istituti paritari situati in altre regioni. In particolare, a fronte del pagamento di consistenti quote di iscrizione, gli studenti partecipavano alle lezioni a Bologna per poi sostenere – e superare - gli esami presso gli istituti paritari, sulla base di false attestazioni di residenza/domicilio ovvero di alternanza scuola-lavoro.

Una cospicua parte dell’iscrizione veniva girata sotto forma di “tassa d’esame” agli istituti paritari che, in cambio, avrebbero assicurato la promozione di tutti gli studenti inviati dalla scuola di formazione felsinea. L’accordo corruttivo ha consentito a quest’ultima di aumentare la propria popolarità tra i giovani e, conseguentemente, di incrementare i ricavi del 600% in soli 5 anni.

Sette le persone indagate che fanno capo sia all'istituto bolognese, sia alle due scuole paritarie fuori regione. Si parla, solo per quanto riguarda degli scambi di denaro fra gli istituti, di almeno 250mila euro, cifra che è probabilmente destinata ad aumentare con la prosecuzione degli accertamenti.

A quanto si apprende, l'indagine sarebbe partita da un esposto da parte della famiglia di uno studente in cui si segnalavano situazioni anomale e poca serietà nello svolgimento delle lezioni e degli stessi esami. In molti casi i ragazzi al momento dell'iscrizione non sapevano che, per la maturità, si sarebbero dovuti spostare in un'altra regione, circostanza che avrebbero scoperto nel corso dell'anno. 

L’attività condotta dalla Guardia di Finanza di Bologna, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, testimonia l’impegno congiunto a tutela della legalità economica e costituisce uno dei primi risultati della specie a seguito della stipula, il 6 febbraio 2024, del protocollo d’intesa tra il Ministro dell’Istruzione e del Merito e il Comandante generale del Corpo per il contrasto ai “diplomifici”.