Bologna, 29 gennaio 2021 - Ora è ufficiale: l’Emilia Romagna torna in zona gialla da lunedì 1 febbraio e non domenica 31 gennaio come pareva in un primo momento. Uno slittamento che non è piaciuto a tanti. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firma le nuove ordinanze. L’Rt, ovvero l’indice di contagio del Coronavirus che ormai staziona sotto lo 0,8 – ieri era allo 0,77 –, le percentuali dei letti occupati in terapia intensiva e negli altri reparti Covid della regione sono compatibili con il cambio di colore e con regole meno restrittive.
AGGIORNAMENTI / Emilia Romagna zona gialla da lunedì 1 febbraio. "Non abbassiamo la guardia"
Focus Zona gialla: le regole. Faq, domande e risposte
"Premiati gli sforzi e i sacrifici di queste settimane da parte di cittadini, attività economiche, comunità locali”. Lo scrive, sulla sua pagina Facebook, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Ad ogni modo, aggiunge nel post commentando l'uscita dalla zona arancione, “attenzione, però: continuiamo a dimostrare responsabilità, per proseguire l'azione di contrasto del contagio e difendere gli spazi che ci stiamo conquistando. Proseguiamo - conclude - una battaglia che si vince insieme”.
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L’improvvisa sterzata cromatica, però, porrà non poche problematiche a tutte quelle categorie che saranno chiamate ad adeguarsi immediatamente. E’ il caso dei ristoratori, che già da alcuni giorni stanno muovendosi per essere pronti ad aprire, ed è il caso di tantissimi imprenditori. In particolare, non tutti i ristoratori saranno in grado di aprire già dal 31 gennaio. Tra approvvigionamenti, spese, nuovi adeguamenti a nuovi protocolli di sicurezza e reperimento del personale, in molti sceglieranno di aprire gradualmente nel corso della prossima settimana. Insomma, una svolta tanto desiderata che però, come tutte le cose con poco preavviso, ha messo in difficoltà tanti settori.
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COMMENTO Dedicato ai ristoratori - di Massimo Pandolfi
L'ufficialità ‘gialla’ è arrivata oggi, dopo che è stato reso noto il consueto monitoraggio del Ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità a cui seguono le ordinanze del ministro Roberto Speranza legate al sistema di fasce pensato per il contenimento della pandemia. Ma quali sono, numericamente, i parametri numerici necessari per essere ammessi nella zona con le limitazioni minime? In sintesi, per essere ammessi in zona gialla occorre un indice Rt tra 0,5 e 0,99 e un rischio valutato complessivamente come ’basso’ o ’moderato’. Nel monitoraggio di venerdì scorso, l’Emilia-Romagna presentava un indice Rt pari a 0,97, in calo rispetto all’1,15 della settimana prima. Condizioni non sufficienti però per il passaggio di area. Stavolta però, accanto a un Rt allo 0,77, si affiancano l’indice di occupazione delle terapie intensive al 29% (per stare nel giallo, i posti letto devono essere occupati tra il 30% e il 40%.) e degli altri reparti Covid al 37% (sotto la soglia del 40%).
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Intanto, ieri l’Ue è stata protagonista di un pasticcio: il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha confermato che Veneto, Friuli–Venezia Giulia, Emilia-Romagna e la Provincia autonoma di Bolzano fossero considerate dall’Ue nuove zone ’rosso scuro’, per poi nel corso del pomeriggio riportare l’Emilia-Romagna e il Veneto a un più ‘mite’ rosso. La proposta della Commissione non è ancora stata approvata e da quanto trapela non lo sarà, almeno dall’Italia. Non dovrebbero avere seguito, quindi nemmento gli obblighi del tampone prima della partenza e del periodo di quarantena una volta a destinazione.