ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Emilia, la spinta degli industriali "Siamo la locomotiva d’Italia Ma bisogna continuare a investire"

Assemblea a Bologna, il presidente regionale Caiumi: dobbiamo risollevare la Romagna dall’alluvione. Il leader nazionale Bonomi: "La politica sia più attenta alla manifattura. Tassa extraprofitti? Prelievo forzoso".

Emilia, la spinta degli industriali "Siamo la locomotiva d’Italia Ma bisogna continuare a investire"

di Rosalba Carbutti

"L’Emilia è la locomotiva d’Italia", lo dimostrano "i numeri, ma si deve continuare a investire". In più, "dopo l’alluvione la Romagna deve tornare in ordine, perché il mercato non aspetta". Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia, nel corso dell’assemblea pubblica che ha aperto ’Farete’, la maxi kermesse vetrina delle imprese arrivata alla decima edizione (e che termina oggi), dal palco della Fiera sferza la nostra regione. E, allo stesso tempo, ’chiama’ il governo, "che abbiamo già sollecitato mesi fa. Le imprese hanno iniziato a reagire autonomamente, ma si aspettano che arrivino le risorse che hanno anticipato. Ora è importante dare i fondi alle famiglie".

Caiumi ricorda i colleghi che lo scorso maggio hanno interrotto la loro attività perché sommersi dal fango: "È obbligatorio riavere la nostra Romagna in ordine. Sono passati pochi mesi, è vero, ma il mercato non aspetta e su quei territori ci sono leader nazionali di nicchie che stanno subendo la concorrenza di altri player esteri". Non manca il consueto ’orgoglio emiliano’, che, chissà, potrebbe approdare anche all’assemblea nazionale di Confindustria che si terrà il 15 settembre a Roma. "Una presidenza emiliana di Confindustria la vedrei bene – dice Caiumi – per il peso che il territorio ha e per come ha saputo e sa lavorare con gli altri territori". Di certo, che l’Emilia sia la locomotiva d’Italia non è solo uno slogan. "Se il Paese ha fatto bene, noi abbiamo fatto meglio degli altri", dice il presidente dell’associazione delle aziende di Bologna, Modena e Ferrara.

I numeri parlano chiaro: il fatturato medio e il numero dei dipendenti medi delle imprese emiliane superano la media nazionale, in più il 32,6% delle ha ottenuto il punteggio massimo per l’innovazione. Poi c’è l’export, cuore della nostra manifattura "visto che la nostra regione ha nel mercato del mondo più del 50 per cento dei clienti".

Resta un limite sulla produttività: "La dimensione delle nostre imprese". Per questo servirebbe "un’aggregazione tra aziende per affrontare le sfide che ci attendono". Sfide che, dalla ricostruzione al taglio delle stime del Pil possono avere effetti sul territorio. Da qui, il pressing sul governo, da cui "mi aspetto velocità e coerenza". E il pressing su Bologna affinché "l’aeroporto" sia all’altezza del territorio.

Critico con l’esecutivo il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, in riferimento agli extraprofitti delle imprese, una tassa definita come "un prelievo forzoso". Dal palco affronta i temi dell’attualità e della difficile congiuntura economica. Fondamentali per crescere sono le infrastrutture, non solo il ponte sullo stretto di Messina ma "anche i trafori" come quello del Frejus e del Monte Bianco.

Infine, l’appello alla politica del leader di Confindustria: "Abbiamo bisogno che abbia grande attenzione per la manifattura, perché senza manifattura non c’è Italia e non c’è Europa".