Bologna 28 giugno 2021 - Elisabetta Franchi quando è arrivata la missiva del presidente Sergio Mattarella che la nominava Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica non ci credeva. Due settimane fa quello che sembrava un sogno è diventato realtà. E a Bologna, in prefettura, ha ritirato l’onorificenza. "Ho costruito la mia azienda mattone dopo mattone. Lavorando sempre. Non ci sono mai stati sabati, domeniche, festivi. Però per chi, come me, viene da umili origini, è difficile credere di meritarsi un tale riconoscimento. La quotazione in Borsa? Per ora è ferma. Ma chissà...".
Stilista e imprenditrice, il suo quartier generale è alle porte di Bologna, con trecento dipendenti. Ma nel mondo il marchio Elisabetta Franchi è diffuso ovunque, con ben 87 boutique, oltre 1100 negozi multimarca e ricavi per 120 milioni nel 2019 pre-pandemia.
La foto per celebrare la sua nomina di Cavaliere della Repubblica italiana è coi tacchi a spillo. Un inno alla femminilità? "Sì, per dire no al sessismo, ma anche alle donne che si auto-ghettizzano. Che si limitano nel vestire, nel comportarsi, nella carriera. Io sono Cavaliere della Repubblica? Ma sono anche una imprenditrice, una donna, una madre, che non ha paura di mostrarsi".
Come si arriva così in alto partendo da umili origini? "Avevo solo una bambola da piccola, Betty, e una famiglia complicata. Non sapevo che cosa avrei fatto da grande, so solo che per giocare univo stringhe, lacci, strofinacci cercando di creare qualcosa di bello. Non ho potuto studiare, ma ho lavorato tanto. Come barista, poi nei mercati come la Piazzola di Bologna. Poi sono arrivata al Centergross, tempio del pronto moda. Facevo lavori di manovalanza, ma quando mi azzardai a dare un consiglio di moda alla mia titolare, mi prese come suo braccio destro".
Quando nasce la sua azienda? "Nel 1998 creai il mio atelier assieme al mio defunto marito Sabatino Cennamo che chiamai Betty Blue Spa, dal nome della famosa bambola con cui giocavo da bimba. Poi sono rimasta vedova e ho dovuto costruire tutto da sola".
Col Covid è stata dura? "Molto. Ma mi ha dato modo anche di fermarmi un po’. Quando si corre troppo si rischia di non rendersi conto di ciò che non va. È stato difficile, i numeri parlano chiaro: dai 120,402 milioni di fatturato del 2019 siamo passati a poco meno di 90 milioni. Ma l’ebitda era comunque in positivo. Ciò significa che siamo stati bravi".
L’e-commerce ha preso il volo? "Abbiamo fatto un +25% nel 2020 rispetto al 2019".
Quoterà la sua azienda in Borsa? "L’anno scorso stavo per spingere il pulsante e partire, poi mi sono resa conto che non era il momento giusto. La pandemia ha avuto ripercussioni profonde nell’economia mondiale, è stato meglio soprassedere. Ma con la ripresa tutto è possibile".
Guardando indietro, di che cosa va più fiera? "Sono una grande animalista e sono stata la prima in Italia a non usare più la pelliccia. Oggi sono tutti più consapevoli. E credo che questa vittoria sia anche un po’ mia".