REDAZIONE BOLOGNA

Eccoci sulle tracce del ‘campo trincerato’ progettato per difendere la città dall’Austria

Le tre piazzeforti furono poi smantellate ma restano la Lunetta Gamberini e la caserma Mazzoni

Progettato per proteggere Bologna dall’Austria dopo la II Guerra d’Indipendenza, alto più di 3 metri e abbastanza spesso da garantire la difesa, il campo trincerato nel 1859 sembrava essenziale, eppure non fu mai davvero utilizzato e presto venne demolito, lasciandoci qualche edificio, alcune impronte urbanistiche e diversi toponimi. La nostra classe si è messa sulle sue tracce, rispondendo alla sfida di Geocaching. L’accordo per costruirlo era stato firmato da Luigi Carlo Farini, allora governatore delle Romagne. La fortificazione aveva tre tipi di linee: quella dei forti avanzati e isolati, la linea delle lunette ed il trinceramento continuo. Ospitava soldati e artiglierie. Il piano era di costruire tre piazzeforti per proteggere a Sud il nuovo confine con l’Austria segnato dal Po: a Piacenza, a Bologna e ad Ancona. I forti di pianura si estendevano da Ovest (Casalecchio) ad Est (San Ruffillo). Tra questi, Forte San Vitale, Forte Strada Maggiore e Forte Beldiporto (i più vicini alla nostra scuola) si trovavano rispettivamente sulla strada per Ravenna, sulla via Emilia e sulla strada di Toscana. La linea delle lunette prendeva il nome dalla forma del parapetto. Sulla collina si estendevano difese per impedire l’accerchiamento da parte degli austriaci: la località Forte Bandiera ricorda la sua antica funzione. Nel 1866, con la III Guerra d’Indipendenza, il confine con l’Austria si spostò a Nord del Veneto, così nel 1889 il campo trincerato venne dismesso. Alcune strutture furono mantenute: ad esempio il Forte Beldiporto (attuale caserma Mazzoni) e la Lunetta Gamberini, fino alla Seconda Guerra Mondiale, produssero esplosivi.