DONATELLA BARBETTA
Cronaca

Ecco il piano per la telemedicina Ventimila postazioni informatiche "Controlli, esami e visite on line"

L’obiettivo della Regione è di monitorare a distanza circa 12mila persone entro la fine del 2025. Col nuovo sistema si punta anche ad abbattere le liste d’attesa e gli accessi in pronto soccorso .

Ecco il piano per la telemedicina Ventimila postazioni informatiche "Controlli, esami e visite on line"

di Donatella Barbetta

L’obiettivo è di far girare meno i pazienti in ospedali e ambulatori, ma potrebbe anche aiutare a snellire le liste d’attesa e ridurre gli ingressi nei Pronto soccorso, dove la carenza di medici si fa sentire ogni giorno di più. L’Emilia-Romagna approva il modello organizzativo per aumentare i servizi di televisita, teleconsulto, teleconsulenza medico-sanitaria, teleassistenza e telemonitoraggio, prevedendo di allestire sul territorio 20mila postazioni informatiche: 5mila nelle Case della comunità, 8mila negli ambulatori ospedalieri e poliambulatori, 2.500 negli ambultaori dei medici di famiglia e dei pediatri. La visita on line, con la possibilità di scambiare dati clinici, segue di solito un primo incontro in presenza con il medico e quindi al paziente è stata già formulata una diagnosi. Al termine del controllo attraverso lo schermo, l’esito è inviato al fascicolo sanitario elettronico. Televisite e teleconsulti potrebbero coinvolgere fino a 1,2 milioni di persone, cioè i cittadini con almeno una delle patologie croniche considerate, come quelle cardiache o il diabete, precisa la Regione. Si punta ad acquistare le attrezzature entro l’inizio del prossimo anno per poter attivare i servizi nella primavera del 2024 e monitorare a distanza 12mila persone a fine 2025, con il medico che terrà sotto controllo i parametri e l’andamento delle terapie attraverso strumenti tecnologici. I numeri degli assistiti on line potrebbero davvero dare una mano a sciogliere i nodi delle liste d’attesa. Inoltre, capita ancora spesso che chi trova un appuntamento in tempi rapidi, sia poi costretto ad allontanarsi dal domicilio per diversi chilometri. Non è un caso che l’Ausl di Bologna entro l’anno darà il via al teleconsulto tra i medici di famiglia e gli specialisti, riservato ai pazienti fragili assistiti a domicilio. L’altra criticità è la carenza di personale, sia medici, sia infermieri. Negli ultimi tre anni si sono dimessi dagli ospedali e dai servizi territoriali di Bologna e provincia oltre 300 camici bianchi, compresi 53 medici di famiglia, mentre a Modena, nello stesso periodo, altri 343 professionisti hanno lasciato l’Ausl, tra dipendenti e in convenzione, e in 77 si sono licenziati dal Policlinico e dall’ospedale di Baggiovara.

In questo scenario, "siamo stati tra i primi a credere nella telemedicina, che già oggi sperimentiamo con successo – spiega Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute –. Si tratta di un servizio apprezzato dai più giovani, da chi vive fuori dai centri abitati, da chi soffre di patologie croniche". Secondo Donini, inoltre, "senza stress o ore di traffico con la telemedicina i pazienti potranno far controllare la propria condizione di salute dai medici che li seguono, direttamente da casa loro o da centri territoriali. Questo non è il futuro, è già il nostro presente".