Avrebbe compiuto 103 anni il prossimo 11 luglio, Orazio Lolli (nella foto), storico cittadino di Marano, con alle spalle una vita da partigiano e elettricista. Lolli, si è spento la notte scorsa. Vedovo dal 2006, lascia due figli, tanti nipoti e pronipoti e un vuoto immenso nella comunità di Castenaso. L’ultracentenario era nato nel ’17 a Riola di Vergato poi all’età di undici anni si era trasferito con la famiglia a Porretta. Dopo aver interrotto gli studi da giovanissimo Lolli iniziò a lavorare come elettricista per la Sade (Società adriatica di elettricità) e grazie a questo incarico viaggiò per l’Italia in lungo e in largo. Durante la Seconda Guerra Mondiale prese parte alla campagna di Grecia e fece ritorno a Porretta nel settembre del ’43. Riprese la carriera da elettricista viaggiando per il Nord Italia e proprio a Udine conobbe la moglie. Poco dopo il matrimonio si arruolò nella Brigata Garibaldi e dai primi anni Sessanta si trasferì nelle terre di Castenaso con la famiglia dove si è goduto la pensione fino a oggi, dapprima a Colunga, poi a Marano.
"Mio babbo è sempre stato un uomo attivo, vigile, attento e appassionato della vita – racconta il figlio Sergio –. Fino ai 100 anni si è dedicato quotidianamente alla lettura dei giornali per tenersi al corrente di tutto, alla cura dell’orto e della casa, poi, purtroppo, un tumore l’ha privato di energie".
Lolli, prima che il male lo colpisse negli ultimi tre anni di vita, si è sempre dedicato anche ad altre attività: "Ricordo che, nel periodo invernale, adorava disfare il maiale per farne salami, cotechini e prosciutti da mangiare in famiglia – prosegue il figlio – amava anche frequentare il circolo ‘La Stalla’, a pochi passi da casa sua, dove passava le serate tra chiacchiere e compagnia". Certo è che Orazio Lolli amava raccontare le tante storie dei suoi viaggi in giro per l’Italia come quelle della guerra, amava stare tra le persone, conoscerne di nuove e vivere a pieno la sua amata comunità maranese. I funerali saranno celebrati martedì nella chiesa di Marano rispettando il limite massimo di quindici presenti come imposto dalle norme per l’emergenza sanitaria. "Sono felice di avere la possibilità di salutarlo a dovere, se ne è andato dopo anni di sofferenza in cui aveva perso quel brio che lo contraddistingueva" conclude il figlio.
Zoe Pederzini