Quella per lo spazio, per la dimensione arcana e infinita delle galassie, è una della più ‘felici’ e creative ossessioni della musica contemporanea. Un desiderio di conoscenza, una fascinazione più fiabesca che tecnologica che ha ispirato un maestro del jazz, come Sun Ra, che raccontava attraverso le sue partiture di viaggi astrali, ma anche la generazione tedesca dei ‘Corrieri Cosmici’, che all’inizio degli anni ’70 utilizzavano una elettronica rudimentale per far viaggiare il loro pop verso la via Lattea.
Tutte suggestioni riprese e rielaborate nel lavoro di uno dei più originali artisti italiani, Matteo Nasini, che il 21 gennaio (ore 18, sino al 30 aprile) inaugura in streaming la sua prima personale a Bologna, Remote armonie, negli ambienti, questa volta dilatati sino al cielo del Cubo in piazza Vieira De Mello 3.
Si tratta infatti della messa in scena di un sistema basato su un complesso algoritmo alla base di una applicazione, la Cubo App elaborata per l’occasione che permette di far ‘suonare’ le stelle, trasformandole in autentici strumenti musicali. Un’idea, quella di fare di un ‘oggetto’ uno strumento, non nuova, ma in questo caso l’originalità è nella sua proiezione oltre i limiti della terra. In pratica l’app traccia un filo immaginario tra un luogo scelto da un gps, in questo caso la sede di Cubo e i confini della galassia. Quando una stella lo intercetta, è come se, dilatandolo, pizzicasse le corde di una chitarra, producendo quindi una partitura sempre diversa e dalla durata infinita. Il transito degli astri diventa così un ‘canzone’ fruibile dalle nostre orecchie. Per amplificare questa sensazione, all’interno dello spazio espositivo, Nasini presenterà una serie di lavori ispirati proprio dal funzionamento dell’algoritmo, che ha ‘dettato’ all’artista le coordinate per realizzare, tra gli altri, un grande arazzo intrecciato a mano, una scultura sonora, un’opera calligrafica e un gruppo scultoreo in ceramica a stampa 3D. A sottolineare la necessità, per l’arte, di immaginare una nuova manualità, che coniuga tecniche e materiali antichi con la moderna civiltà delle macchine.
Per rispettare le norme anti-Covid, Remote armonie sarà osservabile solo dall’esterno, attraverso la grande vetrata di Cubo, utilizzando la app per creare la personale colonna sonora nata dalle capacità creativa delle stelle, in attesa di poterla visitare all’interno della sede. Parallelamente, verrà allestito un cartellone di ’Dialoghi artistici sperimentali’ tra i quali un radiodramma fantascientifico in quattro puntate scritto da Nasini e in programma, come il resto degli appuntamenti, sul sito www.cubounipol.it.
Pierfrancesco Pacoda