REDAZIONE BOLOGNA

"È la fine di un incubo, questa è giustizia. Stavo solo giocando con Gianlorenzo"

"È la fine di un incubo durato quasi sei anni. Non vedevo l’ora di essere assolta. Io non c’entravo nulla...

"È la fine di un incubo durato quasi sei anni. Non vedevo l’ora di essere assolta. Io non c’entravo nulla con quel maledetto incidente". Così dice Siriana Natali tra le lacrime, abbracciata dal figlio maggiore, Giacomo, e dal marito Giuseppe, tutti e tre con indosso come sempre (non hanno mai perso una tappa di questo processo) la maglietta bianca su cui campeggia l’ultima foto del loro amato Gianlorenzo, scattata proprio durante la sfilata di Carnevale in cui si consumò la tragedia di cinque anni fa, e la frase "Giustizia per Gianlorenzo". Siriana, mamma del bimbo e con lui sul carro quel tragico giorno di marzo 2019, ieri è stata assolta in primo grado dall’accusa di omicidio colposo. "Ribadisco che non ho colpa di quello che è successo – si consola –. Stavo solo giocando con mio figlio sul carro mascherato, come fa ogni genitore. Cosa ne potevo sapere, che quel carro non era sicuro? Non era quello il mio compito, non sono un ingegnere né mi occupo di questo tipo di eventi".

"Giustizia è stata fatta, anche per la mia amata moglie. È finita", riesce solo a dire Giuseppe prima di abbandonarsi al pianto. E così il figlio Giacomo: "Siamo riusciti ad avere la giustizia che meritavano sia il mio fratellino sia mia madre. Ho aspettato per cinque lunghissimi anni che questo momento arrivasse. Finalmente ora mia madre può tornare a vivere e a essere una mamma. Questi anni ci hanno fatto soffrire moltissimo. Solo io so di quelle volte in cui la notte lei si alzava, cercando il mio fratellino che non c’era più. Ringraziamo la giustizia, ora chi ha responsabilità paghi".

Federica Orlandi