Bologna, 4 aprile 2023 – Due cooperative: Agm e Essegi 2012. Due cooperative a capo della famiglia di Luigi Ciavardini, ex Nar condannato in via definitiva a trent’anni di reclusione come uno degli esecutori materiali della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Una strage nella quale morirono 85 persone e oltre 200 rimasero ferite.
Nella puntata di ieri sera di Report, sono finite sotto la lente d’ingrandimento le cooperative di Ciavardini, che lavorano con detenuti ed ex detenuti della manutenzione del verde pubblico e che, lo scorso anno, hanno fatturato quasi due milioni e mezzo di euro. Interpellato sulle sue aziende, l’ex terrorista si è rifiutato di rispondere.
L’Agm, nel solo 2022, ha fatturato un milione e 100mila euro. Il figlio di Ciavardini, Andrea, siede nel Cda e il presidente è Manuel Cartella, dirigente storico dell’associazione GruppoIdee (una delle più potenti associazioni nelle carcere di Roma e del Lazio con varie attività svolte dai detenuti fondata nel 2009 dallo stesso Ciavardini), nominato nel 2021 vice garante regionale dei detenuti della regione Lazio.
L’altra cooperativa è l’Essegi 2012 e negli ultimi tre anni ha fatturato quasi cinque milioni di euro. In questo caso, nel Cda siede la moglie di Ciavardini, Germana de Angelis, presidente dell’associazione GruppoIdee. Anche lei, come il marito, interpellata sull’associazione si rifiuta di rispondere alle domande.
Qui entra in gioco anche la figura di Gilberto Cavallini, altro ex Nar condannato in primo grado all’ergastolo per la strage di Bologna. Dal suo profilo Linkedin risulta impiegato presso la cooperativa Essegi 2012. Sei anni fa, nel 2017, l’ex terrorista neofascista è uscito anticipatamente dal carcere ottenendo la semilibertà per motivi di lavoro.
Ma il punto qual è? È che Luigi Ciavardini, Francesca Mambro e Giusva Fioravanti dovrebbero risarcire i familiari delle 85 vittime della strage di Bologna per circa un miliardo di euro, ma fino a oggi si sono dichiarati incapienti. Parlando proprio di Mambro e Fioravanti, Report cerca di fare luce sulla vicenda della casa intestata alla figlia dei due ex terroristi, Arianna.
Nel 2002 la bambina ha un anno eppure la casa dove abitano i genitori è intestata a lei. Quell’anno, Mambro e Fioravanti sono entrambi fuori dal carcere, ma su di loro pende la richiesta da un miliardo di euro di risarcimento. Ma l’appartamento, essendo intestato alla figlia, non è pignorabile.
Sulla vicenda interviene anche il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage, Paolo Bolognesi: "Loro sono incapienti e quindi non posso pagare il risarcimento. Non è mai successo anche perché in realtà loro hanno un lavoro. La casa? È una bella notizia che abbiano una casa, vuol dire che qualcuno gli ha dato i soldi. Potremmo fare un’inchiesta per capire chi glieli ha dati, magari per capire quella verità che la Mambro vuole tacere".