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Cocaina, hashish e marijuana dal Sud America: la Finanza di Bologna smantella il cartello della droga

L'operazione delle Fiamme Gialle ha portato all'esecuzione di 41 ordinanze di custodia cautelare a carico di persone legate alla 'ndrangheta

Bologna, 30 maggio 2023 - Un'imponente operazione della Guardia di Finanza ha portato all'esecuzione di 41 ordinanze di custodia cautelare (37 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e un obbligo di dimora), nelle province di Bologna, Reggio Emilia, Modena, Parma, Milano, Cremona, Brescia, Pavia, Livorno, Roma, Foggia, Potenza, Crotone e Reggio Calabria. Sotto la lente delle Fiamme Gialle sono finite persone legate a un’associazione a delinquere composta da italiani appartenenti o contigui alla ‘ndrangheta reggina e crotonese, dedita al traffico internazionale di cocaina, hashish e marijuana.

FOCUS / Chat criptate: quali sono le migliori

La conferenza stampa della guardia di finanza
La conferenza stampa della guardia di finanza

Le indagini della polizia giudiziaria della locale Direzione Distrettuale Antimafia, coordinate dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e condotte, per quasi 2 anni, dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo economico-finanziaria di Bologna ha permesso di ricostruire la struttura del sodalizio criminale e l’intera filiera dell’approvvigionamento dello stupefacente, grazie anche all'acquisizione delle chat criptate intrattenute tramite la piattaforma Sky ECC, smantellata nel 2021 a seguito di un’operazione di un Joint Investigation Team sotto l’egida di Europol.

Secondo i finanzieri il leader dell'associazione sarebbe una persona ai vertici della ‘ndrina “Staccu” di San Luca, in provincia di Reggio Calabria, latitante in Spagna dal 2018 e tratto in arresto a marzo 2021. Proprio durante il periodo di latitanza il boss avrebbe tirato le fila di una vastissima rete di narcotraffico internazionale in grado di gestire carichi di stupefacente di centinaia di chilogrammi al mese, grazie anche agli stretti rapporti con i cartelli Sudamericani, tra cui il Primeiro Comando da Capital brasiliano e organizzazioni criminali colombiane, peruviane, messicane e boliviane, e alcuni dei più noti e pericolosi latitanti italiani.

Dal Sud America la droga arrivava nei porti dell'Europa settentrionale, in particolare Anversa e Rotterdam, per essere poi distribuita nel resto del continente. A gestire gli affari in Italia erano delle persone legate all'associazione criminale, calabresi da anni residenti nel parmense e nel reggiano, che avvalendosi di basi logistiche dislocate in varie regioni (Calabria, Lazio e Lombardia), di corrieri e di imprese compiacenti, erano in grado di occuparsi dei traffici illeciti in tutta Italia. Secondo le indagini sarebbe stata movimentata droga per un totale di 1.200 chili di cocaina, 450 chili di hashish e 95 chili di marijuana, per un giro di denaro pari a decine di milioni di euro, che in parte venivano reimpiegati in quattordici società intestate a prestanome e utilizzate anche per mascherare, in pieno periodo di lockdown pandemico, i trasporti di droga attraverso false bolle di accompagnamento.

Secondo i finanziari in tutto ciò avrebbe giocato un ruolo di primo piano una rete di persone di nazionalità cinese che utilizzando il sistema di invio di denaro Fei-Chien riuscivano a trasferire, attraverso una lunga catena di bonifici, ingenti somme di denaro ad aziende commerciali in Cina e Hong Kong. Queste ultime, attraverso articolati meccanismi di compensazione, erano in grado di recapitare il denaro ai broker del narcotraffico e agli stessi cartelli sudamericani attraverso agenti residenti all’estero. Dalle indagini è emerso che, grazie al meccanismo dei Fei-Chien l’associazione è stata in grado di ripulire più di 5 milioni di euro.

Due cinesi, quindi, sono finiti in carcere, mentre tre italiani sono stati arrestati in flagranza di reato e sono stati sequestrati 43 chili di cocaina, 44 chili di hashish, sostanze da taglio e frullatori utilizzati per preparare il narcotico, poco meno di 140mila euro in contanti (trovati nella disponibilità di uno dei riciclatori cinesi) e 10mila prodotti contraffatti (di cui 3.200 articoli di abbigliamento con i marchi di famosi brand e svariate confezioni di farmaci contro la disfunzione erettile per un totale di 6.800 blister). Oltre alle 41 ordinanze di custodia cautelare, le Fiamme Gialle hanno eseguito il sequestro di 44 immobili e terreni, 17 tra auto e moto, 354 rapporti bancari e 80 fra società, attività commerciali e partecipazioni sociali, per un valore complessivo stimato di oltre 50 milioni di euro, mentre sono ancora in corso numerose perquisizioni personali e locali.