Bologna, 12 luglio 2023 – Nascosto in una delle cantine dei palazzi di via Albani, stava fumando crack. Il cittadino belga è stato però interrotto dall’arrivo dei poliziotti, impegnati in una serie di controlli in Bolognina, in divisa e in borghese. Controlli richiesti a gran voce dai cittadini, stanchi di dover convivere con delinquenza, violenza e degrado. Stanchi della presenza h24 di spacciatori, che attirano clienti disperati e pronti a tutto pur di procurarsi una dose. Delinquenza che chiama delinquenza.
Delinquenza che va sradicata. E se già la sola presenza delle pattuglie in divisa è un deterrente sufficiente a disturbare gli affari dei pusher centroafricani, i servizi in borghese e le indagini della Squadra mobile tendono all’obiettivo più ambizioso di riuscire a tenere lontani, almeno per un po’, gli spacciatori da via Albani e dintorni. Tra ieri e lunedì la polizia ha messo in campo cinquanta poliziotti, tra Volanti, Reparto prevenzione crimine, Reparto mobile, Squadra mobile, Scientifica e cinofili. Presente anche il questore Isabella Fusiello (video), assieme al capo della Squadra mobile Roberto Pititto. I poliziotti sono stati impegnati a controllare e identificare i presenti, a cercare sostanze stupefacenti nascoste tra cestini e aiuole, a monitorare le strade: venti le persone identificate lunedì, tra cui un ventisettenne del Gambia, irregolare e con svariati alias, che è stato accompagnato in Questura per accertamenti. Ieri, invece, alle 19 erano i 90 i soggetti già controllati, di cui 40 stranieri. Uno è stato fermato perché trovato in possesso di droga.
Ma non solo. Lo sforzo dei poliziotti è teso anche a monitorare movimenti sospetti, con lo scopo, in particolare, di scovare i ‘covi’ dove spacciatori e clienti si rifugiano. Come quello dove è stato trovato il belga. E una volta individuati, come annunciato dal questore Isabella Fusiello, quei locali potrebbero finire sotto sequestro, come corpi del reato. Qualora invece si facciano vivi i proprietari, dovranno attivarsi per mettere in sicurezza quegli spazi, onde evitare ulteriori invasioni.
Ma il problema, in Bolognina, è anche questo. Se da un lato la gran parte dei residenti perde il sonno e la pazienza scrivendo esposti e segnalando alle forze dell’ordine situazioni di rischio e degrado, dall’altro una minoranza di chi vive il quartiere è in qualche modo connivente. Anni fa emerse il problema dei subaffitti nelle case Acer, un problema affrontato dall’Azienda casa che, puntualmente, assieme alla polizia locale, effettua controlli per verificare le segnalazioni di presenze anomale. Ma non solo case Acer.
Ci sono anche privati che, in nero, affittano stanze in casa propria agli spacciatori. Per soldi. O anche, in una sorta di baratto, per droga. Lo stesso accade per le cantine: alcune sono abbandonate, magari da anni in stato di incuria. Ma per altre non è escluso che i proprietari siano coscienti di cosa vi accade all’interno. E per convenienza o per paura non dicono nulla.
“Ma se accade in condomini di edilizia pubblica – spiega il presidente dell’Azienda casa Marco Bertuzzi – l’assegnatario rischia la decadenza del diritto all’alloggio. Perché, è bene ricordarlo, la custodia degli appartamenti e delle cantine è un loro dovere. Ed è un loro dovere segnalare, appena se ne è a conoscenza, situazioni di illegalità che avvengono all’interno delle proprie pertinenze. Sono pienamente d’accordo con il questore Fusiello, quando parla di responsabilità condivisa". La stessa Acer, nell’ultimo periodo, è intervenuta più volte in Bolognina sia con le forze dell’ordine all’interno di cantine occupate, sia per sistemare i portoni di accesso alle stesse danneggiati.