REDAZIONE BOLOGNA

Doris, banchiere gentile. Il libro della figlia Sara:: "Ottimista e generoso"

Il testo ripercorre la storia del celebre fondatore di Mediolanum: "Ha sempre tenuto i piedi per terra, senza dimenticare gli altri" .

Il testo ripercorre la storia del celebre fondatore di Mediolanum: "Ha sempre tenuto i piedi per terra, senza dimenticare gli altri" .

Il testo ripercorre la storia del celebre fondatore di Mediolanum: "Ha sempre tenuto i piedi per terra, senza dimenticare gli altri" .

Non solo una business story. Ma il ritratto intimo di un uomo che, nonostante il successo e gli importanti traguardi raggiunti, ha sempre saputo tenere i piedi radicati per terra, senza mai dimenticarsi degli altri. Sono oltre duecento pagine quelle in cui Sara Doris, figlia di Ennio Doris – celebre fondatore di Banca Mediolanum – ha ripercorso la straordinaria storia del padre, scomparso nel 2021, e i valori che lo hanno accompagnato lungo tutto il corso della sua vita, sia pubblica che privata: il libro, dal titolo ‘Ennio, mio padre’, edito da Piemme, è stato presentato ieri sera a Palazzo Boncompagni.

Doris, come è nata l’idea di scrivere un volume dedicato a suo padre?

"Volevo raccontare la sua storia non solo come imprenditore e banchiere, ormai già nota, ma soprattutto come uomo. Raccontare i suoi valori, perché potessero essere d’ispirazione anche per coloro che leggeranno questo libro. Per questo motivo, la mia volontà era proprio quella di scrivere una memoria che non fosse ‘sterile’ o si limitasse ad essere solo un ricordo, ma che al contrario fosse capace di generare qualcosa di bello negli altri. Proprio come faceva mio padre".

Quali sono gli insegnamenti che le ha lasciato?

"Tanti, e tutti preziosi. Mi ha insegnato che le cose sono cicliche e che nei momenti più fortunati bisogna prepararsi per affrontare quelli più difficili, così da essere già equipaggiati. Ma soprattutto, era sempre ottimista, una caratteristica che lo ha continuamente contraddistinto: come era solito ricordarmi, infatti, l’ottimista vede i problemi, ma al contrario del pessimista, pensa che ci siano anche le soluzioni. Soluzioni che cerca, trova e poi usa per agire".

C’è un episodio in particolare che ricorda con affetto?

"Nel volume ho riportato tanti ricordi vissuti in prima persona, ma anche aneddoti che ho scoperto parlando con coloro che hanno frequentato mio padre quando era ancora un ragazzo. Ad esempio quando, durante il primo giorno di ragioneria, divise la merenda con il suo compagno di banco Nino, senza pensarci due volte: continuò a fare la stessa cosa per tutti i giorni e per tutti gli anni di scuola a venire".

Cosa significa per lei, invece, questo libro?

"E’ un atto di amore e di gratitudine. Mio padre mi ha sempre fatta sentire amata, anche dopo la sua morte. Questo è stato un modo per ripercorrere la sua storia e far sì che possa lasciare un segno anche per coloro che verranno dopo".

Giorgia De Cupertinis