Vuole metterci "la faccia" il sindaco, la gente è "arrabbiata". Bologna ribolle ed è caccia al colpevole. Ma che si andrà ovunque, pancia a terra, Ieri Matteo Lepore l’ha ribadito guardando l’opposizione dal suo scranno, circondato da posti vuoti (presente in aula solo l’assessora al Traffico, Valentina Orioli, mentre il resto della giunta "è sulla strada per intervenire", ha chiarito il primo cittadino), con una richiesta collaborativa che è stata ripetuta varie volte durante il suo intervento in Consiglio comunale. Una sinergia che oggi non esiste, ma che dovrà esserci se Bologna vorrà tentare davvero di cambiare rotta per adeguarsi al clima che cambia. Da Lepore ieri una rapida carrellata degli effetti del flagello alluvionale che ha colpito Bologna nella notte tra sabato e domenica, "160 millimetri di pioggia mai visti", e poi un tentativo di fact checking su via Riva Reno e il reitero di un mantra logistico: "Gente che vive in posti insicuri non può più restare". Nulla ancora di ufficiale invece sulla conta dei danni, ma stime ancora approssimative parlerebbero di diverse centinaia di milioni di euro, più che nel 2023.
L’UNITÀ
"Dobbiamo dirlo insieme – ha ribadito il sindaco –, se lo lasciamo dire solo a chi ha il coraggio di farlo, mentre gli altri si allenano a cercare un capro espiatorio, lasciamo le conseguenze solo sui cittadini. Oggi occorre accelerare scelte e una grande unità istituzionale, facendolo in modo deciso e sincero, senza demagogia e ipocrisia, sbloccando i piani speciali ancora nel cassetto. Io sono pronto, senza esimermi dal dire che anche la nostra parte politica deve lavorare meglio e abbassare i toni. Ma serve spirito collaborativo da parte di tutti". Inoltre, "a Bologna e provincia è sempre più urgente un nuovo sistema idraulico e ingegneristico. Opere che richiedono scelte da far tremare i polsi. Bisogna spiegare ai cittadini che il territorio dove vivono non è più sicuro, finchè non si fanno degli interventi. Bisogna dire la verità, anche se c’è la campagna elettorale. L’acqua è arrivata da sotto, non basta pulire i tombini, serve un intervento radicale", ha sottolineato Lepore richiamando in qualche modo il ‘piano Marshall’ ri-evocato da Irene Priolo, presidente della Regione facente funzione.
RIVA RENO
"Capisco che la polemica, priva di fondamento, possa fare il gioco di qualcuno, e capisco che i cittadini si lamentino perché non si fidano dell’amministrazione – ha detto ancora Lepore –, ma via Andrea Costa non si è allagata per il canale scoperto e al Savena non ci sono stati allagamenti per i lavori del tram. Chiedo un po’ di razionalità a tutti", anche perché gli esperti "ci dicono che l’acqua in Riva Reno sarebbe uscita lo stesso, perchè è successo ovunque. La tombatura del canale non c’entra niente coi danni, dovuti anche alla pendenza delle strade, come in via Brugnoli. Quando il cantiere sarà finito, daremo un giudizio. Vorrei che fosse un giudizio da parte di esperti, non di astrologi della politica".
LO SCONTRO
Ieri la mano tesa di Lepore ha trovato il gelo delle opposizioni, quasi in blocco. La Lega ha chiesto le "dimissioni" del sindaco con il consigliere Matteo Di Benedetto, ma Forza Italia ha frenato. "Non chiediamo le dimissioni, ma ora Matteo si metta finalmente a lavorare con l’umiltà che fino a ora gli è mancata", hanno dichiarato Valentina Castaldini e Nicola Stanzani. "La collaborazione non diventi una scusa per evitare critiche, torni indietro dalla scoperchiatura in Riva Reno". Fratelli d’Italia ha presentato un esposto in Procura. "Al Porto-Saragozza, la nostra consigliera Rinaldi, ingegnere, comprovò che nel progetto del tram non ci fosse nessuna valutazione del rischio idraulico in Riva Reno", ha dichiarato Stefano Cavedagna. Pd e Coalizione civica all’attacco: "Dalle opposizioni fake news e speculazione politica"