Un ritorno tanto atteso, quanto non privo di qualche tensione. Patrick Zaki, che nei prossimi giorni sarà in Italia (slittato l’arrivo previsto per oggi a causa di alcuni ritardi burocratici relativi al rilascio dei documenti per il viaggio, ndr), ha rifiutato il volo speciale dal Cairo a Ciampino messo a disposizione dal governo italiano e non intende incontrare né farsi assistere da autorità dell’esecutivo di Roma. Una scelta che ha generato irritazione tra i corridoi di Palazzo Chigi, nonostante il ricercatore egiziano, nei giorni scorsi, avesse ringraziato il governo di Giorgia Meloni per il decisivo contributo alla sua liberazione.
"È una sua scelta – le parole del ministro degli Esteri, Antonio Tajani – non lo so. Ho parlato con l’ambasciata. Ritornerà con il volo di linea. A noi interessava liberarlo. Il governo ha lavorato per liberarlo. Come vuole tornare, torna in Italia. Un cittadino egiziano può partire dal suo Paese come vuole, con lo strumento che vuole. Gli era stata offerta la possibilità, ma non è un obbligo". "Quella di Patrick Zaki è una scelta personale, ci ha anche fatto risparmiare dei soldi. Quindi va bene così", inrileva il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Per Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, la scelta di Zaki appare invece come "un comportamento apprezzabile, consapevole che la partita è aperta per tutti quelli ancora in galera", come lo stesso ex studente dell’Alma Mater di Bologna ha ricordato non appena liberato. La decisione del ricercatore egiziano "non è un gesto di oppisizione politica, ma di indipendenza" ha tentanto di spiegare il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury. "La reputazione dei difensori dei diritti umani – le sue parole – si basa sulla loro indipendenza dai governi. Ringraziano e apprezzano quando si fanno delle cose per loro, e infatti Patrick ha ripetutamente ringraziato governo e ambasciata".
Nelle ore che separano Zaki dal ritorno in Italia – a distanza di tre anni e mezzo dal suo arresto avvenuto il 7 febbraio 2020 all’aeroporto del Cairo – quindi non sono mancate le polemiche. Anche l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è intervenuto sul caso, con un riferimento anche alla drammatica vicenda di Giulio Regeni: "Zaki? Mi sarebbe piaciuto sentire un ringraziamento all’Università di Bologna, ai professori e agli studenti che hanno tenuto viva questa vicenda. Se non ci fossero stati loro di Zaki non si saprebbe niente. E mi sarebbe anche piaciuto sentire dire ‘Bravo Al Sisi, è un primo passo, lo sai che abbiamo ancora aperta la questione Regeni’, dirlo pubblicamente".
Plauso al lavoro del governo arrivano dal vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè. "È un risultato raggiunto grazie all’impegno incessante del governo con il ministero degli Esteri in prima fila, della diplomazia e della pressione che è stata esercitata da tutto il Parlamento: si tratta del punto di arrivo di un lungo lavoro, svolto in silenzio, con pazienza e soprattutto non è frutto di scambi di alcun genere". Parla anche un altro esponente azzurro, il deputato Alessandro Battilocchio: "C’è da parte del governo l’impegno massimo anche sul caso Regeni, il governo sta lavorando senza clamore e soprattutto senza alcun baratto o trattativa sottobanco".