Dopo il blitz antidroga: "Portami un bus da 50". Il codice della Bolognina

Ieri i primi interrogatori di garanzia per gli arrestati dalla Squadra mobile. Due pusher hanno ammesso le proprie responsabilità davanti al giudice.

Dopo il blitz antidroga: "Portami un bus da 50". Il codice della Bolognina

Dopo il blitz antidroga: "Portami un bus da 50". Il codice della Bolognina

"Oh ma in questa cosa ci avete messo il veleno? Mi hanno chiamato solo due clienti stamattina", "quando vai via, puoi portargli un autobus da 50?". E ancora: "Ho già parlato con la persona e gli ho chiesto di preparare un autobus". Dalle intercettazioni contenute nell’ordinanza firmata dalla gip Nadia Buttelli, emerge un’organizzazione certosina dietro alla banda dei pusher che gestiva principalmente tre piazze di spaccio: Bolognina, Corticella e Borgo Panigale. La scorsa settimana, il maxi blitz della Squadra Mobile, coordinata dal pm Flavio Lazzarini, aveva portato all’esecuzione di 19 misure cautelari di cui 15 in carcere, una agli arresti domiciliari e tre divieti di dimora nel territorio comunale. In totale sono stati sequestrati un chilo di cocaina, venti chilogrammi di hashish e 32mila euro in contanti. I pusher, suddivisi in piccoli gruppi di 3-4 persone, sono tutti cittadini marocchini tra i 20 e i 30 anni. Ieri, davanti alla gip, si sono svolti alcuni degli interrogatori di garanzia: dei cinque spacciatori difesi dall’avvocato Matteo Sanzani, due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, due hanno ammesso i fatti e uno verrà sentito stamattina. Si presenterà oggi davanti alla gip anche uno dei due assistiti dell’avvocato Roberto d’Errico, mentre l’altro si è avvalso. Hanno scelto di non rispondere alle domande della giudice anche i due pusher, entrambi in carcere, difesi dal legale Alfonso Marra che ha chiesto per uno i domiciliari e per l’altro il divieto di dimora "rappresentando che in fondo fossero pedine minori dirette da una figura apicale".

Ciò che emerge chiaramente dalle intercettazioni è il fatto che nella maggior parte dei casi gli spacciatori facessero chiaramente riferimento alla droga ("dammi roba buona, io ho clienti che prendono due e mezzo, 3 alla volta, non farmi fare brutta figura... altrimenti te la porto indietro" o "facciamo solo 25 palline piccole") mentre, in altri casi, si usava un linguaggio più criptico, soprattutto per gli ordini: "Ascolta… ma la cena è buona?", "quando ci vediamo dopo cena ti porto i giorni", "sentimi a me... fra un’oretta, un’oretta e mezza... perché ho bisogno di molte cose, hai capito?". Il giro di droga, che arrivava fino a 100 cessioni al giorno, raggiungeva diversi ambienti della società: dai consumatori abituali, a studenti, impiegati o professionisti con cocaina e hashish che arrivavano anche alla cosiddetta Bologna bene, in quanto la banda riusciva a garantire uno spaccio capillare e organizzatissimo.

Chiara Caravelli