Nel cinquantesimo anniversario della loro prima esposizione, Le immagini del No di Anna Candiani e Paola Mattioli tornano a farsi conoscere al grande pubblico. Nel 1974, Lanfranco Colombo, con la collaborazione grafica di Giovanni Anceschi, organizzò una mostra omonima all’interno della Galleria ‘Il Diaframma’ di Milano. Il progetto era stato realizzato nel medesimo anno dalle due fotografe milanesi durante la campagna referendaria per l’abrogazione del divorzio. In realtà, lo scopo di Candiani e Mattioli era indagare il concetto del “no” in una prospettiva più ampia di militanza femminista. In particolare, il progetto consisteva in 134 fotografie, perlopiù in bianco e nero, disposte all’interno di 10 pannelli, a loro volta allestiti in forma circolare e raggruppati per 4 livelli tematici: le manifestazioni femministe, le occupazioni di case, gli eventi legati al referendum e le campagne sociali promosse da gruppi spontanei. Quelle immagini furono anche raccolte in un volume pubblicato da Libri Scheiwiller, con testo introduttivo di Arturo Carlo Quintavalle. Poi, nel 2011, Martin Parr – il fotografo inglese protagonista di una personale ancora in corso al Museo Archeologico – incluse quello stesso volume nel cofanetto The Protest Box, riconoscendolo tra i cinque libri di protesta, secondo lui, più interessanti dell’epoca.
Oggi quei pannelli circolari contenenti le ristampe delle fotografie rivivranno grazie alla mostra ’Immagini del No. Il reenactment’, a cura di Valentina Rossi, che s’inaugura oggi dalle 17 alle 19 nel foyer del MAMbo. Questa riproposizione è mirata a mettere in luce come molti degli ideali e delle lotte delle donne degli Anni ’70, coincidano tutto sommato con alcune sfide al centro del dibattito pubblico contemporaneo. Infine, mercoledì 11 dicembre, nella sala conferenze del museo, si terrà una giornata di studio dedicata alla mostra e alle tematiche femministe, a cura di Cristina Casero – direttrice dello Csac Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, ente in cui sono conservate le stampe originali – la quale dialogherà con Rossi ed altri esperti di fotografia.
Manuela Valentini