NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Donne ucraine rifugiate a Bologna: "Così siamo fuggite dalla guerra"

Nelle stanze del Living Place Hotel di Castenaso hanno trovato ospitalità tredici mamme e bambini. I racconti di dolore e speranza

Olga, con la sorella Tatiana e il nipotino Ivan

Olga, con la sorella Tatiana e il nipotino Ivan

Bologna, 7 marzo 2022 -  A chi glielo chiede, Maria, quattro anni domani, risponde: "Sono venuta a festeggiare il compleanno in Italia". La bimba, assieme alla mamma Galina e alla cuginetta Kira, di 8 anni, è partita in pullman giovedì, alle 2 di notte, da Vinnytsia. Ha salutato il papà e i nonni, i suoi gatti e i cagnolini, rimasti in Ucraina. Ed è scappata dal suo paese in guerra per cercare un rifugio di pace, finché le bombe non cesseranno di distuggere vite, case e strade. Lo ha trovato a Castenaso, dove vive sua zia Ina, la mamma di Kira, e dove è arrivata, dopo un viaggio estenuante, ieri mattina.

Guerra in Ucraina e profughi, Bologna tra le destinazioni principali in Italia

"Non vedevo mia figlia da due anni e sette mesi, perché non potevo lasciare l’Italia, in attesa dei documenti", racconta Ina. Che adesso non smette d’abbracciare Kira. Nella hall del Living Place Hotel di Castenaso, messo a disposizione per l’accoglienza grazie a un accordo tra Comune e direzione dell’albergo, si intrecciano baci e lacrime, coraggio e paure. Storie di donne costrette a riscrivere, da un giorno all’altro, la trama delle loro vite. Come Natascia, che ha fatto arrivare qui le nipoti Anna, con il figlio Eugenio, e Ludmilla, con Dasha e Diana da Nikopol, "dove c’è la centrale nucleare", racconta, "prima che i russi arrivassero".

E come Olga, che ha guidato fino a Siret, al confine romeno con l’Ucraina, per recuperare sua sorella Tatiana e i suoi nipoti, in fuga da Kryvyj Rih. Negli occhi ha ancora le immagini della mamme strette ai bimbi neonati che ha visto prima di avviarsi, a piedi, lungo l’autostrada dove sua sorella era in fila, assieme a migliaia di altre persone, cercando di superare il confine. "Avevo con me 5mila euro, perché ho pensato che senza soldi difficilmente sarei riuscita a portare fuori dall’Ucraina mia sorella". Olga, che vive a Castenaso da 24 anni - "sono arrivata appena diciottenne", racconta - il 24 febbraio ha acceso la tv e saputo che le truppe di Putin avevano invaso il suo Paese. "Ho chiamato Tatiana – ricorda –. Lei non sapeva nulla. Vive vicino a una zona militare e si stava facendo la doccia, prima di portare all’asilo mio nipote Ivan, quando ha sentito un botto. Ha pensato che si fosse rotta la caldaia. Erano spari. Le abbiamo detto noi che era iniziata la guerra e doveva scappare".

Guerra Ucraina, cessate il fuoco per evacuare donne e bambini

La sera stessa Tatiana si è messa in macchina e così Olga. Dirette entrambe verso il confine romeno. "Quando sono arrivata ho mostrato il passaporto italiano a un soldato, dicendo che dovevo entrare in Ucraina a prendere mia sorella. Mi ha risposto che c’era tanta gente, che non gli interessava il passaporto. Allora ho detto che avevo dei soldi, potevo pagare. E mi ha fatto passare. Sono entrata in una stanza piena di donne e bimbi. I loro volti non me li dimenticherò mai", dice, prima di scoppiare in lacrime. Olga si è così avviata lungo una ‘corridoio’ che conduce all’autostrada: "Mia sorella era a tre chilometri, in fila. Lungo la strada c’erano famiglie romene che offrivano cibo e acqua, ogni tipo di sostegno. Quando ho finalmente trovato Tatiana le ho consegnato 2mila euro e le carte di credito. Le ho detto: passerai quattro giorni qui, ma poi ti faranno uscire". Tatiana ha dormito tre giorni in auto, prima di riuscire a superare il confine con la Romania, dove ha trovato ospitalità in un albergo prima di riprendere il viaggio verso Castenaso. "Io sono tornata indietro a piedi fino al confine. Malgrado i documenti italiani ho dovuto forzare una guardia, che mi teneva bloccata, per rientrare in Romania. Ho rischiato tanto, è stato folle. Ma non potevo non farlo", dice Olga, stringendo Ivan e Tatiana. Lei ha gli occhi lucidi, lui gioca sereno col cellulare. Ma ogni tanto si volta verso la mamma e dice: "Quando viene papà?".