"Don Fornasini pensava sempre prima agli altri che a se stesso"

Il restauro del fonte battesimale del beato Giovanni Fornasini a Pianaccio celebra la vita di un sacerdote altruista e generoso, ricordato come l'"angelo della bicicletta" per il suo impegno verso i più bisognosi. Il cardinale Zuppi sottolinea la sua dedizione al prossimo, culminata nel sacrificio della vita durante un atto di carità durante la Seconda Guerra Mondiale.

"Don Fornasini pensava sempre prima agli altri che  a se stesso"

La bicicletta di Don Fornasini esposta a Pianaccio (Foto Marchi)

Raccontare il beato Giovanni Fornasini significa ricordare un sacerdote di montagna che lungo i suoi 29 anni di vita metteva sempre gli altri davanti a se stesso. A Pianaccio, dove è nato, domenica è stato inaugurato il restauro del fonte battesimale dove venne battezzato il 23 febbraio 1915. La chiesa e la canonica della parrocchia di Sant’Anna e di San Giacomo sono così diventati i luoghi di un piccolo museo dove non poteva mancare quella bicicletta con cui raggiungeva le famiglie più povere di Sperticano, dove svolse il ministero di parroco, per portare loro conforto e qualcosa da mangiare. "Veniva definito l’angelo della bicicletta – ha spiegato il cardinale Matteo Zuppi – perché si dice che viaggiasse leggero sulle due ruote. Era pieno di quell’amore per il prossimo che ti consente di affrontare la fatica in modo positivo sapendo che all’orizzonte c’è qualcuno che ti aspetta. Fino all’ultimo ha pensato sempre prima agli altri e poi a sé stesso, ma non si considerava un eroe. Il 13 ottobre 1944 volle andare a vedere di persona se erano vere le voci che a San Martino di Caprara si era svolto un eccidio, ma non fu un gesto di sfida. Fu un gesto di carità per vedere se qualcuno aveva bisogno del suo aiuto, quella carità che i nazisti non concepivano, tanto che lo percossero fino alla morte".

m. s.